Il dramma sul Rinjani: Juliana trovata morta dopo 4 giorni
Juliana Marins, 26 anni, turista brasiliana, è stata ritrovata senza vita nel cratere del vulcano Rinjani, sull’isola indonesiana di Lombok. L’annuncio ufficiale è arrivato dal governo brasiliano con “profondo rammarico” dopo quattro giorni di incessanti ricerche condotte in condizioni meteorologiche proibitive. La giovane era precipitata in un dirupo durante un’escursione, scivolando per centinaia di metri in un’area impervia.
Una caduta fatale in un paradiso pericoloso
Il vulcano Rinjani, attivo e alto 3.721 metri, attira ogni anno migliaia di turisti, ma il suo paesaggio mozzafiato nasconde grandi insidie. Juliana stava scalando la montagna insieme ad altri sei escursionisti, accompagnati da due guide. Secondo quanto ricostruito, si era fermata per riposare e sarebbe rimasta indietro. La guida, dopo essersi allontanata, l’avrebbe persa di vista. Alcune ore dopo, un drone ha individuato la giovane ferma su una parete rocciosa a oltre 500 metri di profondità.
L’intervento difficile e l’epilogo tragico
Il maltempo ha impedito l’intervento di elicotteri e reso complesso l’avvicinamento via terra. Solo martedì 24 giugno, una squadra specializzata è riuscita a raggiungere il corpo. La famiglia ha confermato la notizia con un messaggio: “Con grande tristezza, informiamo che non è sopravvissuta. Siamo profondamente grati per tutte le preghiere, i messaggi di affetto e il sostegno che abbiamo ricevuto”.
La denuncia della famiglia: “Juliana è stata abbandonata”
Secondo la sorella Mariana, la giovane sarebbe rimasta sola per più di un’ora. “Si era stancata molto, ha chiesto una pausa, ma la guida ha continuato senza di lei”. In un’intervista al quotidiano brasiliano O Globo, la guida Ali Musthofa ha raccontato di essersi allontanato solo per pochi minuti e di essere tornato non trovando più la ragazza. Ha poi notato una torcia in fondo a un burrone e sentito la voce di Juliana chiedere aiuto.
Una giovane vita spezzata in viaggio per il mondo
Juliana Marins, originaria di Niterói, era laureata in Pubblicità e Propaganda. Lavorava come ballerina di lap dance e da febbraio stava viaggiando in Asia da sola, zaino in spalla. Aveva già visitato Filippine, Vietnam e Thailandia. La tragedia si è consumata alle prime luci di sabato 21 giugno, mentre percorreva uno dei sentieri più impervi e affascinanti del parco nazionale di Gunung Rinjani.
Una tragedia che solleva interrogativi
La dinamica dell’incidente e le responsabilità delle guide locali sono ora oggetto di attenzione da parte delle autorità indonesiane. L’impossibilità di soccorrere Juliana in tempo utile ha suscitato forte commozione e polemiche, soprattutto per la gestione del gruppo e per l’assenza di mezzi aerei nel cosiddetto “golden time” delle 72 ore. Un incidente che lascia un senso di impotenza e un dolore profondo tra amici, familiari e amanti della montagna.