Esonda il rio Frejus, morto il fruttivendolo Franco Chiaffrino
Il maltempo torna a colpire duramente le montagne del Piemonte, riportando alla memoria le tragedie del recente passato. A Bardonecchia, nel pomeriggio di lunedì 30 giugno 2025, una violenta ondata di piena ha causato l’esondazione del rio Frejus, travolgendo il centro abitato con fango e detriti. A perdere la vita è stato Franco Chiaffrino, storico commerciante del paese, fruttivendolo conosciuto e stimato, sorpreso dalla piena mentre scendeva dal suo furgoncino Fiat Doblò in via Susa. Il suo corpo è stato ritrovato due ore dopo nella zona dell’ecocentro, a valle del paese, grazie all’intervento dei vigili del fuoco e del nucleo speleo-alpino-fluviale.
Un dramma che si ripete
È la seconda volta in meno di due anni che Bardonecchia si trova sotto assedio. Il precedente risale al 13 agosto 2023, quando una frana simile causò danni gravissimi in paese, distruggendo infrastrutture e costringendo a evacuazioni di massa. Stavolta, almeno, un’allerta preventiva ha raggiunto parte della popolazione, ma l’intensità della pioggia – accompagnata da grandine e una colata di detriti – ha reso vane molte misure di contenimento.
Mobilitazione e danni
La sindaca Chiara Rossetti ha subito disposto l’attivazione della zona rossa lungo il corso del rio Frejus, vietando l’uso delle auto, l’accesso ai ponti e ogni spostamento superfluo. La statale 335 è stata chiusa tra Bardonecchia e la frazione di Beaulard di Oulx, mentre la ferrovia internazionale Torino-Modane è interrotta nel tratto tra Salbertrand e Modane. L’acqua ha invaso anche la zona di via Einaudi e la passeggiata Donatori di Sangue, mentre numerose famiglie sono rimaste isolate. I vigili del fuoco hanno evacuato dieci persone da edifici invasi e tratto in salvo quattro automobilisti bloccati dalle acque.
L’emergenza si allarga alla Valle d’Aosta
Intanto, anche Cogne è di nuovo isolata, a un anno esatto dall’alluvione che la rese inaccessibile per quasi un mese. Tre nuove frane hanno compromesso la viabilità, in particolare lungo la strada regionale 47, dove si è abbattuto un nubifragio notturno con 40 millimetri di pioggia in un’ora. La situazione, pur critica, è stata gestita con maggiore rapidità: una finestra temporanea ha permesso un parziale accesso al paese, in attesa della riapertura completa prevista per martedì. I danni maggiori si registrano tra Vieyes e il ponte di Chevril, dove una colata di fango ha reso impraticabile circa 500 metri di carreggiata. Anche qui, nessun ferito ma molta paura: i passeggeri di un’auto bloccata sono stati salvati in un’operazione congiunta di vigili del fuoco e soccorso alpino.
Frane anche sulle Dolomiti venete
Il maltempo non ha risparmiato il Veneto, dove una frana è caduta sulla Croda Marcora, sopra San Vito di Cadore, depositando un imponente strato di polvere sul centro abitato. Fortunatamente, non si registrano feriti né danni a edifici.
Un’estate partita male
Il maltempo di questi giorni giunge proprio nel momento in cui le località alpine, complice l’afa nelle città, avevano appena dato il via alla stagione turistica. A Bardonecchia si contavano già circa 4mila visitatori. Ora, però, albergatori e operatori temono nuove disdette e un’estate compromessa ancora una volta.
Allerta ancora attiva
Resta in vigore l’allerta idrogeologica gialla per tutta l’area alpina del nord-ovest, con il rischio di ulteriori frane, smottamenti ed esondazioni. La memoria del 2023 è ancora viva, e oggi più che mai sembra ripetersi sotto gli occhi di chi quelle ferite non le ha ancora rimarginate.
Le autorità raccomandano la massima prudenza e seguire gli aggiornamenti ufficiali sulla viabilità e le condizioni meteo.