Nuovi sviluppi nel caso di Liliana Resinovich, la donna triestina trovata senza vita nel gennaio 2022 in un bosco vicino a casa. Il gip Flavia Mangiante, su richiesta della pm Ilaria Iozzi, ha rigettato la richiesta degli avvocati di Sebastiano Visintin – marito e unico indagato – di svolgere una nuova perizia medico-legale sulla vertebra T2 fratturata.
Secondo fonti della trasmissione Rai “Chi l’ha visto?”, il giudice ha accolto invece la richiesta della Procura di svolgere accertamenti genetici, merceologici e dattiloscopici in incidente probatorio su reperti già sequestrati, compresi abiti, coltelli, sacchi neri, bracciali e suole delle scarpe.
La vertebra T2: frattura pre-autopsia
Al centro delle polemiche nei mesi scorsi, la frattura alla vertebra toracica T2 era stata ipotizzata da un preparatore anatomico come conseguenza di una manovra durante l’autopsia di Liliana Resinovich. L’uomo si era presentato spontaneamente affermando: “Potrei essere stato io”.
Ma secondo il gip, la lesione era già emersa dalla Tac effettuata l’8 gennaio 2022, tre giorni prima dell’intervento del preparatore. Inoltre, la frattura non costituisce un elemento dirimente per la dinamica della morte, che secondo la relazione del team forense guidato da Cristina Cattaneo, potrebbe comunque essere compatibile con soffocamento esterno.
Nuova udienza: 8 luglio, accertamenti decisivi
È stata fissata per l’8 luglio l’udienza per l’incidente probatorio, dove verranno analizzati i reperti con nuove perizie affidate a Paolo Fattorini, Chiara Turchi ed Eva Sacchi.
I consulenti esamineranno:
- Tracce genetiche e formazioni pilifere
- Cordino, braccialetto nero e celeste
- Abiti di Liliana e oggetti sequestrati a casa di Visintin
- Coltelli, sacchi neri, suole delle scarpe e chiavi legate
Il marito Sebastiano Visintin resta unico indagato per l’omicidio. La Procura prosegue le indagini per ricostruire le ultime ore di vita della donna e verificare ogni possibile responsabilità penale.