Un episodio visto con i propri occhi. E subito denunciato pubblicamente. Luca Zingaretti, attore amatissimo e volto storico del commissario Montalbano, ha usato i social in modo inusuale per lanciare una denuncia civile. In un video pubblicato su Instagram, Zingaretti racconta quanto accaduto all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino: “La moglie di un politico nazionale ha saltato la fila con la scorta. Le dicevano: ‘Prego, prego’”. Poi lo sfogo: “Non vi vergognate neanche in vacanza?”
Cosa ha visto Zingaretti all’aeroporto di Roma
Nel breve video, girato in modalità selfie, Zingaretti si mostra con zaino in spalla e maglietta bianca. È visibilmente irritato. Spiega di trovarsi al terminal delle partenze di Fiumicino, intento a depositare i bagagli. Ed è lì che assiste alla scena: una donna, accompagnata da una scorta, passa davanti a tutti. È — dice — “la moglie di un politico nazionale”.
“Una prepotenza insopportabile”, dice l’attore. “La scorta le faceva largo, mentre noi tutti aspettavamo in coda”.
Perché il video ha fatto discutere
La denuncia è diventata virale nel giro di poche ore. Zingaretti non fa nomi, ma il bersaglio è chiaro: il privilegio. Il trattamento di favore in un luogo pubblico, per ragioni non chiarite, a vantaggio di una persona che — secondo l’attore — non ne aveva diritto.
L’accusa non è solo morale. È anche simbolica. “Neanche per andare in vacanza vi vergognate?”, ripete. Una frase che risuona tra i commenti di centinaia di utenti, divisi tra chi applaude il coraggio dello sfogo e chi chiede maggiore chiarezza.
«Oggi, a Fiumicino, ho assistito a una scena: la moglie di un politico nazionale è passata davanti a tutti, con la scorta che faceva “prego, prego”. Ma non vi vergognate?».
— Betty (@Elisabetta_H_) July 15, 2025
Così Luca Zingaretti.
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La reazione del web: chi è la “moglie del politico”?
Lo sfogo ha acceso i riflettori. “Chi è la donna?”, si chiedono in molti nei commenti. Alcuni ipotizzano si tratti della moglie di un magistrato o di un esponente di governo. Altri difendono la scena, suggerendo che forse la scorta era giustificata da motivi di sicurezza.
E proprio l’assenza di dettagli certi ha alimentato un dibattito a metà tra indignazione e prudenza. Ma resta intatto il cuore della questione: il sentimento di ingiustizia davanti a un uso presunto del potere per evitare regole comuni.