DNA maschile trovato sull’autopsia di Chiara Poggi: la Procura conferma la contaminazione
La Procura di Pavia ha ufficialmente confermato che il DNA (ignoto 3) maschile rinvenuto sulla garza non sterile utilizzata per prelevare una traccia biologica dalla bocca di Chiara Poggi è il risultato di una contaminazione avvenuta durante l’autopsia. Il caso, che ha sconvolto la cittadina di Garlasco e l’Italia intera dal 2007, torna nuovamente alla ribalta dopo diciotto anni con questa importante precisazione.
“La Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici” – si legge nella nota stampa diffusa il 12 agosto. In buona sostanza sarebbe finito il DNA di un altro cadavere sulla garza del tampone orale effettuato a Chiara Poggi
Le parole del legale della famiglia Poggi: la responsabilità di Alberto Stasi è chiara
Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, ha commentato così la nota della Procura: «Si è trattato di una palese contaminazione. I dati parlano chiaro e confermano la responsabilità di Stasi, come da sempre sostenuto dal nostro consulente». La famiglia, che auspicava un anniversario tranquillo in ricordo di Chiara, si trova invece costretta a rivivere la sofferenza e il clamore mediatico che hanno caratterizzato la riapertura delle indagini.
Silenzio e dolore per i genitori di Chiara
Rita e Giuseppe Poggi, mamma e papà della giovane vittima, hanno chiesto rispetto e silenzio, rifiutando di commentare gli ultimi sviluppi. Dopo anni di lotte giudiziarie e una sentenza definitiva nel 2015 che ha condannato Alberto Stasi, i genitori desiderano vivere l’anniversario della morte (il 13 agosto) di Chiara Poggi in modo privato, senza ulteriori polemiche o speculazioni.
Difesa Stasi: ‘Errori idonei ad ottenere una revisione della condanna’
Per gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis la scoperta della contaminazione di quel DNA sulla garza usata per l’autopsia sul corpo di Chiara Poggi è uno “di questi gravissimi fatti” che “compromettono in radice le valutazioni svolte nel processo a carico di Stasi e sono già di per sé idonei ad ottenere una revisione della sua condanna” -hanno evidenziato.
“Come più volte ribadito dalla difesa di Stasi la natura del Dna rinvenuto sulla garza andava verificato con estrema attenzione” – spiegano i legali. “I diligenti accertamenti svolti dalla Procura di Pavia ed il relativo esito comunicato stamattina evidenziano un fatto gravissimo che, a prescindere dalle ulteriori iniziative che si valuteranno di assumere, dimostra, ancora una volta, la totale inaffidabilità degli accertamenti svolti nel 2007, che si somma a tutti gli ulteriori errori commessi ed emersi negli ultimi mesi”, affermano gli avvocati.
Nuove accuse e chiarimenti sull’indagine: la posizione di Andrea Sempio
Tra gli ultimi sviluppi, la nuova inchiesta ha sollevato sospetti anche sull’amico di famiglia Andrea Sempio. La sua legale, Angela Taccia, ha risposto alla nota della Procura definendo le accuse come «fumo negli occhi», ribadendo l’estraneità del suo assistito e confidando che la verità emergerà presto, dissipando ogni dubbio.
Le verifiche tecniche: analisi e approfondimenti sui campioni biologici
La contaminazione è stata rilevata tramite confronti effettuati dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani, consulenti della Procura, che hanno analizzato i tessuti di cinque soggetti di sesso maschile sottoposti ad autopsia poco prima di Chiara Poggi. La comparazione ha evidenziato la corrispondenza del DNA contaminante con uno di questi soggetti, confermando l’errore nell’uso della garza non sterile durante l’esame.
Nuova consulenza affidata all’antropologa Cristina Cattaneo
Per un approfondimento più completo, la Procura ha incaricato l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, esperta di fama internazionale in antropologia e medicina legale. La Cattaneo si occuperà di valutare le cause della morte e di analizzare in modo più ampio gli elementi medico-legali raccolti, sia sul corpo della vittima sia sul luogo del delitto.