Lacrime e commozione ai funerali di Martin PattaroLacrime e commozione ai funerali di Martin Pattaro

L’incidente che ha spezzato la vita di Martin

È successo in pochi attimi, in un pomeriggio apparentemente normale a Loreggia, nel Padovano.
Martin Pattaro, 15 anni, stava percorrendo la pista ciclabile Ostiglia e, giunto alle strisce pedonali, si è immesso sulla carreggiata. In quel momento una Ford, guidata da un 31enne di Piombino Dese appena uscito dalla tangenziale, lo ha colpito in pieno.

L’impatto è stato violentissimo: parabrezza distrutto, bicicletta scaraventata a metri di distanza, il corpo del giovane sbalzato sull’asfalto. Nonostante l’intervento tempestivo del Suem, per Martin non c’è stato nulla da fare.


Una fatalità inevitabile? Cosa dicono gli inquirenti

Gli agenti della polizia locale, dopo i rilievi e i test, hanno chiarito che l’automobilista non era sotto effetto di sostanze né procedeva a velocità eccessiva. Tutto lascia pensare a una tragica fatalità: sarebbe bastato un secondo di differenza perché l’impatto fosse evitato o attenuato.


La forza dei genitori: ‘Non ce l’abbiamo con lui’

In un contesto dominato dal dolore, la reazione dei genitori di Martin ha sorpreso e commosso tutti.
La mamma Fabrizia ha raccontato:

«Abbiamo voluto incontrare l’uomo che ha investito nostro figlio. Non volevamo aggredirlo ma dirgli che sono cose che possono succedere a chiunque. Non ce l’abbiamo con lui».

Un messaggio di empatia che trova eco nelle parole del papà Alessandro, rivolte direttamente al conducente:

«Non sentirti in colpa, non potevi fare nulla. Io mi metto nei tuoi panni. Coraggio».


Un ragazzo pieno di vita

Martin era figlio unico, residente a Trebaseleghe. La sua vitalità era contagiosa: sempre in movimento, pieno di energia, riusciva a farsi notare e amare da chi gli stava intorno.
Il ricordo commosso della mamma descrive un ragazzo che viveva intensamente, pronto a lasciare un segno.


L’ultimo saluto a Trebaseleghe

I funerali di Martin Pattaro si sono tenuti venerdì 22 agosto, alle 15, nella chiesa di Trebaseleghe davanti ad una folla commossa. L’intera comunità si è stretta alla famiglia, ancora sconvolta per una tragedia che ha lasciato un vuoto incolmabile.


Cosa possiamo imparare da questa tragedia?

L’incidente solleva interrogativi profondi: quanto possiamo sentirci davvero sicuri anche su una pista ciclabile? Le precauzioni bastano sempre?
Il caso di Martin ci ricorda la fragilità della vita e l’importanza di gesti di umanità anche nel dolore più estremo.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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