Simona Bortoletto e Cristiano MaggettiSimona Bortoletto e Cristiano Maggetti

Cosa è successo a Simona Bortoletto

La sera della tragedia, Simona Bortoletto è stata travolta e uccisa dall’auto dell’amico 34enne Cristiano Maggetti che ha subito dichiarato si trattasse di un incidente. Il dramma si è consumato davanti a più persone e resta avvolto da ombre e contraddizioni. Gli inquirenti non escludono la pista del femminicidio.

Secondo Maggetti, non ci sarebbe stata alcuna lite precedente. Ma altre testimonianze, compreso il racconto del figlio della vittima, fanno pensare a un alterco poco prima dell’impatto.


Chi ha chiamato i soccorsi?

Il primo nodo riguarda proprio i soccorsi. A chiarire parzialmente la dinamica è stata Federica, una testimone oculare, che a La vita in diretta del 30 settembre ha affermato:

“I soccorsi li ho chiamati io ed un’altra persona, la mia vicina. Subito dopo sono arrivati i carabinieri, la polizia e l’ambulanza. Quell’uomo era sotto choc, continuava a ripetere ‘non ci posso credere’ ed era sconvolto.”

Federica ha raccontato di aver sentito un rumore fortissimo, simile a un tuono, seguito dalle urla strazianti dei bambini. Uscita di casa, si è trovata davanti la scena: Simona riversa a terra, con i suoi oggetti personali scaraventati a distanza a causa della violenza dell’impatto. Cristiano Maggetti dopo l’incidente aveva riferito di aver chiamato lui i soccorsi.


C’era una relazione tra Simona Bortoletto e Cristiano Maggetti?

Un altro punto controverso riguarda il rapporto tra la vittima e Maggetti.

  • Secondo un caro amico della donna, tra i due esisteva una relazione sentimentale.
  • Maggetti, invece, ha negato categoricamente, ribadendo che si trattava solo di amicizia e che l’investimento è stato un tragico incidente.
  • A complicare il quadro ci sono le dichiarazioni del figlio di Simona, che avrebbe riferito di una lite a cena.

Queste versioni divergenti alimentano i dubbi della comunità e pongono interrogativi ancora senza risposta.


Perché la comunità chiede giustizia?

La morte di Simona Bortoletto non è stata accolta solo come un lutto privato, ma come una ferita collettiva per tutta la comunità di Fiumicino. Le incongruenze nei racconti, l’incertezza sulla sequenza degli eventi e la necessità di chiarire eventuali responsabilità hanno portato a una mobilitazione pubblica.

Un gruppo di cittadini, insieme al movimento “Donne per la Sicurezza”, ha organizzato una fiaccolata in via Redipuglia, proprio nel luogo della tragedia. L’appuntamento è stato definito “un momento di raccoglimento, solidarietà e speranza contro il buio dell’indifferenza”.


Una comunità tra dolore e ricerca di verità

Il giallo che avvolge la morte di Simona Bortoletto ha fatto emergere non solo dolore e incredulità, ma anche una forte richiesta di chiarezza. La fiaccolata rappresenta la voce della comunità che, compatta, chiede trasparenza e giustizia per una madre strappata alla vita in circostanze ancora poco chiare.


Fiaccolata a Fiumicino

Il caso di Simona Bortoletto rimane un enigma da risolvere: testimoni, versioni discordanti, ipotesi contrastanti sul rapporto con Maggetti. Le indagini dovranno ricostruire con precisione ogni dettaglio.

Nel frattempo, la comunità di Fiumicino si stringe nel dolore e illumina con una fiaccolata (martedì 30 settembre) il buio delle domande ancora senza risposta. Un segnale forte per chiedere che la verità venga a galla, senza zone d’ombra.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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