Torturata e abbandonata a GavardoTorturata e abbandonata a Gavardo

Un castello che diventa prigione: il racconto horror dell’escort

Un cancello in ferro, due leoni in pietra ai lati e una villa “quasi impressionante come un castello”.
Così l’escort Giorgina (nome di fantasia) descrive la casa dove è arrivata alle 4:30 del mattino del 9 settembre per incontrare un cliente conosciuto online. L’accordo era chiaro: due ore, 400 euro e una corsa in taxi pagata.
Niente faceva presagire l’orrore che stava per vivere.

All’arrivo, un uomo a torso nudo la accoglie davanti al cancello. Il tassista, preoccupato, le chiede se sia sicura di restare. Lei sorride. Ma quel sorriso sarà l’ultimo ricordo prima di un incubo durato oltre 48 ore.


“Trattata come un oggetto”: le accuse shock

Secondo la Procura di Brescia, Giorgina sarebbe stata sequestrata, drogata e sottoposta a violenze fisiche e sessuali nella villa di Soprazocco di Gavardo.
Gli arrestati sono Matteo Venturelli, 42 anni, proprietario della casa, e Massimiliano Scarano, 31.
Il primo è finito in carcere, il secondo ai domiciliari.

«È stata privata della sua libertà, trattata come mero oggetto e costretta ad assumere droghe», scrive il gip Alessandra Sabatucci nell’ordinanza di custodia cautelare.

Le sevizie sarebbero proseguite per ore. Venturelli, già noto alle forze dell’ordine, avrebbe persino minacciato la donna di bruciarla in volto con un cannello a gas, dopo averle dato fuoco ai capelli.
La 47enne è stata ritrovata due giorni dopo, abbandonata su una strada secondaria di Polpenazze del Garda, mani e piedi legati, in stato di semi-incoscienza.


Chi è Matteo Venturelli: “un vulcano”, diceva di sé

“Tossicomane e pregiudicato”, Venturelli era iscritto a un sito per gigolò dove si descriveva come “un vulcano, sempre sorridente, che non segue la massa”.
Sulle sue pagine social, tatuaggi a coprire il corpo e frasi come “Rispetto, coerenza e onore”. Il tatuaggio sulla schiena, ricordato dalla vittima, è stato l’elemento decisivo per identificarlo.


L’indagine dei carabinieri e la caccia alla verità

Le indagini dei carabinieri di Salò sono partite dal ritrovamento della donna l’11 settembre. I militari hanno ricostruito le ultime ore prima del ritrovamento e localizzato la villa grazie ai tabulati telefonici.
Nella casa sono stati rinvenuti tracce biologiche, resti di droghe e oggetti compatibili con le torture.

Il gip ha parlato di un quadro “di inaudita violenza e sopraffazione”.
Per Venturelli e Scarano le accuse sono pesantissime: sequestro di persona, violenza sessuale e tortura aggravata dalla crudeltà.


Un grido di dolore: “Non dimentichiamo Giorgina”

La donna, ora sotto protezione, sta lentamente ricostruendo l’accaduto.
“Non ricordo tutto, ma ricordo il dolore”, avrebbe detto ai carabinieri.
Sul caso, associazioni e centri antiviolenza hanno chiesto che “questa vicenda non venga dimenticata, come troppe altre”,

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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