Il dolore di Laura Pausini: “Ciao zio. Tu sai. Io so”
“Ciao zio. Tu sai. Io so. Riposa in pace. Ti voglio bene.” Con queste parole, asciutte ma cariche di dolore, Laura Pausini è tornata a parlare dopo giorni di silenzio. Lo ha fatto con una foto e un messaggio su Facebook, dedicati allo zio Ettore Pausini, 78 anni, travolto e ucciso mentre era in sella alla sua bici nella periferia di Bologna. Un incidente che ha sconvolto la famiglia, ma anche l’Italia intera, abituata a conoscere di Laura la forza, non la fragilità.
La cantante, che finora non aveva rilasciato dichiarazioni, ha scelto di affidare al web la sua preghiera silenziosa. Una frase che sembra custodire un significato più profondo, privato, quasi segreto, ma che lascia intravedere l’affetto e il legame con quell’uomo che per lei rappresentava le radici, la terra, la semplicità di casa.
Un addio in silenzio: il funerale al Pantheon della Certosa
Sabato 8 novembre, Bologna si è fermata per dare l’ultimo saluto a Ettore Pausini. Nella sala del Pantheon del cimitero monumentale della Certosa, amici, conoscenti e familiari si sono stretti attorno alla figlia Sabrina. Presenti anche Fabrizio Pausini, padre della cantante, e Silvia, la sorella di Laura.
L’artista, invece, non era tra i presenti. Ha preferito vivere il lutto lontano dagli sguardi, dopo le tensioni nate nei giorni precedenti. Ma il suo pensiero, arrivato poche ore dopo la cerimonia, ha fatto comprendere che il silenzio non significava distanza, bensì rispetto.
“Siamo qui per dimostrare il nostro affetto”, hanno detto i familiari davanti alla bara dello zio, ricordato come un uomo buono, generoso, un barbiere stimato da tutti, che amava la bicicletta come simbolo di libertà e respiro.
L’incidente e la fuga del 29enne: una tragedia evitabile
Era domenica 2 novembre quando Ettore Pausini, in sella alla sua bici, è stato travolto da un’auto lungo una strada alle porte di Bologna. Il conducente, un 29enne, non si è fermato. È fuggito, lasciandolo sull’asfalto, ma il giorno successivo si è costituito spontaneamente.
È stato denunciato a piede libero, e avrebbe chiesto perdono alla famiglia. Ma la ferita resta aperta. “Non c’è nessuna possibilità che lo perdoni”, ha detto la figlia Sabrina, in lacrime. “Quando guidi un’auto hai un’arma. E chi tiene un’arma in mano deve avere coscienza.”
Parole dure, figlie di una rabbia comprensibile. Ettore, infatti, non era un ciclista sprovveduto: conosceva bene le strade, le curve, i rischi. Quel giorno era uscito per una delle sue consuete pedalate domenicali, e non è più tornato.
Le polemiche familiari e il post cancellato della cugina
A rendere ancora più doloroso il lutto, nei giorni successivi all’incidente, era arrivato lo sfogo della figlia di Ettore, Sabrina Pausini, che sui social aveva scritto un post poi cancellato: “La nostra parentela con Laura è sempre stata solo sulla carta. Non li voglio al funerale.”
Un messaggio amaro, dettato forse dall’esasperazione e dal dolore, che ha acceso una tempesta mediatica. In molti hanno interpretato quelle parole come una frattura familiare insanabile.
Laura, però, non ha mai replicato. Ha scelto il silenzio, poi un gesto: quella dedica semplice e diretta, “Tu sai. Io so.”, che ha detto più di qualsiasi comunicato. È stata la sua risposta, discreta e dignitosa, al caos intorno.

Un legame che va oltre la vita
Chi conosce Laura Pausini sa quanto sia legata alla famiglia. Negli anni aveva raccontato con orgoglio dello zio Ettore, della sua battaglia contro un tumore, della sua rinascita come volontario dell’associazione Onconauti, dedicata ai familiari dei malati oncologici. “Zio Ettore ha saputo trasformare il dolore in aiuto per gli altri”, aveva detto in un’intervista.
Quel ricordo, oggi, pesa come un macigno. La morte improvvisa, la fuga dell’automobilista, le polemiche sui social — tutto sembra aver reso il lutto ancora più amaro.
Ma il messaggio pubblicato da Laura è la chiusura del cerchio. È il ritorno a un legame che non ha bisogno di essere spiegato, perché già si comprende tra le righe. Tra quel “Tu sai” e quel “Io so”, c’è tutto il dolore di una nipote che piange in silenzio, ma non dimentica.

