Leonardo Fiorini e David StojanovicLeonardo Fiorini e David Stojanovic

Le passioni: musica, video e viaggi come bussola della sua vita

La musica era il suo punto di riferimento. Gli amici, i video autoprodotti, i viaggi raccontati sui social erano la cornice di un’esistenza ancora tutta da costruire. Leonardo Fiorini, 27 anni, originario di Isola del Liri, in provincia di Frosinone, è il giovane morto dopo essere precipitato dal balcone di un B&B in via San Calepodio, a Monteverde.

Era  dipendente civile di un ministero. Sui suoi profili social Leonardo si presentava con una frase diretta, quasi un manifesto personale: “Dio benedica la musica”. Un’espressione che riassumeva un amore profondo, coltivato insieme agli amici con cui aveva realizzato due videoclip amatoriali, Ametista e Sanguina, girati proprio nella sua Ciociaria.

Ai video si aggiungevano i viaggi: foto dalla Svezia, da Ponza, panorami naturali, montagne e mare. Un ragazzo che cercava il bello, che osservava, che camminava molto.


L’amicizia con David Stojanovic e quella stanza prenotata per tre giorni

Leonardo Fiorini aveva frequentato il liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Sora. Lì era nata l’amicizia con David Stojanovic, l’amico che si trovava con lui nell’appartamento la sera della tragedia. Sui social, Fiorini lo definiva “un fratello”.

I due avevano prenotato quella stanza del B&B per un soggiorno di tre giorni. Quella camera è diventata poi il luogo dell’ultima notte di Leonardo, precipitato dal terzo piano in circostanze che ora la Procura di Roma sta cercando di chiarire.


La caduta dal terzo piano: le versioni e i dubbi degli inquirenti

Secondo la dichiarazione di Stojanovic, ora ai domiciliari, Leonardo avrebbe tentato di lanciarsi e lui avrebbe cercato di trattenerlo. Una versione che però non coincide del tutto con quanto riferito da alcuni vicini, che parlano di una lite pochi minuti prima della caduta.

Nell’appartamento è stato trovato anche dell’hashish, dettaglio che ha portato la Procura a disporre test tossicologici per chiarire se vi siano stati alterazioni o concause.

La Squadra Mobile sta ricostruendo ogni movimento: tempi, dinamica, testimonianze. L’ipotesi di omicidio resta aperta.


Un ragazzo che cercava la propria strada

Leonardo cercava un percorso, una forma, una direzione. Lo faceva attraverso la musica, attraverso i legami più sinceri, attraverso immagini che parlavano di viaggi, natura e libertà.

Dietro la cronaca nera rimane il profilo di un giovane che non aveva ancora trovato il suo posto, ma che stava provando a costruirlo. Un ragazzo che aveva messo in rete sogni, tentativi, bozze di futuro.

Una storia che ora le indagini dovranno illuminare, per stabilire cosa sia davvero accaduto in quella stanza e negli ultimi minuti prima della sua morte.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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