Trovato l'accordo per il rinnovo del contratto dei metalmeccaniciTrovato l'accordo per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici

Aumenti salariali: 205 euro sui minimi in quattro anni

Dopo quattro giorni di trattativa no-stop tra Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica-Assistal, è stato firmato questo pomeriggio, sabato 22 novembre, nella sede di Confindustria a Roma, il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei metalmeccanici. L’accordo, atteso da oltre cinque milioni di lavoratrici e lavoratori del settore, prevede un aumento salariale sui minimi contrattuali di 205 euro al livello medio C3, distribuiti nell’arco di quattro anni. Un risultato che le organizzazioni sindacali definiscono “fondamentale” soprattutto per la conferma e il rafforzamento della struttura economica del contratto.

Garanzia del potere d’acquisto con l’Ipca-nei

La nota diffusa al termine del confronto sottolinea come il nuovo meccanismo di adeguamento all’Ipca-nei e la previsione di una quota aggiuntiva di stipendio rappresentino strumenti cruciali per proteggere i salari dall’erosione inflattiva. Nel contratto è stata inoltre inserita una clausola di salvaguardia nel caso in cui, durante la vigenza dell’accordo, l’indice dovesse registrare picchi superiori alle previsioni. “È questo sistema che garantirà realmente la difesa del potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori”, affermano Fim-Fiom-Uilm.

Svolta sulla sperimentazione per la riduzione dell’orario

Accanto al capitolo salariale, il rinnovo introduce una serie di novità che intercettano diversi punti centrali della piattaforma sindacale. Una delle più rilevanti è l’avvio di una sperimentazione nazionale sulla riduzione dell’orario di lavoro, che sarà affidata a una commissione specifica. È un tema su cui il sindacato insiste da anni e che, nelle intenzioni delle parti, dovrà portare a modelli innovativi di organizzazione del lavoro.

Più tutele contro la precarietà: stabilizzazioni obbligatorie

Molto significativo anche il pacchetto dedicato al contrasto alla precarietà, definito “in controtendenza rispetto alla legislazione degli ultimi decenni e agli ultimi rinnovi contrattuali”. Il nuovo CCNL prevede una percentuale garantita di stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato legata alle causali che consentono la proroga dei contratti oltre i 12 mesi. Inoltre, viene introdotto il diritto alla stabilizzazione per i lavoratori somministrati a tempo indeterminato (staff leasing) dopo 48 mesi di missione presso l’azienda utilizzatrice.

Diritti, formazione, sicurezza: cosa cambia

L’accordo interviene anche su altri aspetti rilevanti come le relazioni sindacali, il diritto all’informazione, la partecipazione dei lavoratori e la formazione. Vengono rafforzate le tutele in materia di salute e sicurezza e introdotte misure specifiche contro la violenza sulle donne. Miglioramenti sono previsti per i lavoratori affetti da patologie gravi e per i dipendenti con disabilità. Sul fronte organizzativo, il rinnovo modifica la gestione dei Permessi annui retribuiti (PAR) e stabilisce la possibilità di utilizzare fino a tre giornate senza preavviso in caso di imprevisti, un elemento considerato utile per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Novità anche per i lavoratori turnisti: per gli addetti ai turni più disagiati è prevista una riduzione oraria dedicata, misura che riconosce la particolare gravosità delle mansioni svolte.

Le reazioni dei sindacati: “Un buon contratto, salvato il CCNL”

Soddisfatte le segreterie generali di Fim, Fiom e Uilm. Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella sottolineano come la trattativa sia stata “molto sofferta”, ma abbia portato a un risultato ritenuto positivo. “Abbiamo salvaguardato il potere d’acquisto dei metalmeccanici e rafforzato diritti e tutele. L’incremento salariale, l’avvio della sperimentazione sulla riduzione dell’orario e la stabilizzazione dei rapporti precari erano i nostri capisaldi e li abbiamo ottenuti. Oggi possiamo dire di aver salvato il CCNL, che negli ultimi anni non ha mai smesso di essere sotto attacco”.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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