La foto dell’inganno presentata all’anagrafe di Borgo Virgilio
I piccoli peli sul mento, il collo troppo massiccio, quelle mani che non mentono mai. E uno sguardo che, dietro il cerone, sembrava cercare disperatamente di imitare un’altra persona. È questa la foto – diffusa nelle ultime ore – che ha consentito agli investigatori e agli uffici comunali di Borgo Virgilio (Mantova) di smascherare una delle truffe più grottesche e inquietanti degli ultimi anni: un uomo che si travestiva da madre morta per continuare a incassarne la pensione da oltre tremila euro al mese.
Lui è Andrea G., 58 anni, infermiere disoccupato. Lei, la donna di cui indossava abiti, gioielli, parrucca e identità, era Graziella Dall’Oglio, sua madre, deceduta da tempo. Il suo corpo è stato trovato in casa, mummificato, al termine dell’indagine.
La foto che ha tradito tutto
L’immagine – scattata dalle telecamere comunali quando il finto “anziana” si è presentato per rifare la carta d’identità – mostra una figura che, a un primo sguardo, potrebbe sembrare quella di una donna molto avanti con l’età. Ma basta soffermarsi qualche secondo su quei dettagli per notare ciò che l’impiegata dell’anagrafe ha percepito subito:
- ombreggiature da barba sotto il cerone pesante
- mani troppo robuste e squadrate per un’85enne
- collo spesso, innaturale
- passo claudicante, simile a quello di un uomo adulto
- voce femminile forzata, che per un attimo lasciava emergere note maschili
È da quell’insieme di imperfezioni che è partita l’intera indagine.
L’inganno: una “madre” che arriva in auto (ma senza patente)
L’impiegata segnala i sospetti. Gli agenti isolano le immagini della videosorveglianza. È lì che scatta l’incongruenza definitiva:
la donna è arrivata in auto. Ma la vera Graziella Dall’Oglio non ha mai avuto la patente.
Da quel momento ogni tessera del mosaico trova posto:
assenza totale di accessi sanitari, nessuna visita specialistica, nessun contatto negli ultimi anni, firme incoerenti su pratiche urbanistiche, ma dichiarazioni dei redditi puntuali per circa 53mila euro annui. E soprattutto: nessuno l’aveva più vista.
“Troverò il modo di farla accompagnare”, disse il figlio
Quando il Comune richiama per perfezionare la pratica, risponde lui. Gentile, educato, credibile:
«Riferisco subito alla mamma».
Ma la donna non comparirà mai. A presentarsi, di nuovo, sarà lui, con la stessa parrucca, lo stesso tailleur, lo stesso trucco.
Gli agenti lo invitano a seguirli per completare l’identificazione. È il momento in cui la messinscena si sgretola.
Il ritrovamento del corpo mummificato
Dopo l’accompagnamento al comando, la perquisizione dell’abitazione chiude ogni dubbio:
la madre è lì dentro. Mummificata. Morta da tempo.
Una scena che gli investigatori non esitano a definire “macabra e devastante”.
“Non riuscivo ad accettare il lutto”
Il figlio di Graziella Dall’Oglio ha avuto un malore quando ha compreso che sospettavano il raggiro e con l’operatore che è intervenuto ha continuato a simulare. “Mi figlio è partito in barca per un viaggetto”. Una volta smascherato, Andrea G. avrebbe dichiarato di non aver mai elaborato la morte della madre e che, travestendosi da lei, “continuava a sentirla vicina”.
Ma dietro il lutto non elaborato c’erano anche pensioni incassate, immobili di proprietà e procedure che dovevano risultare formalmente firmate dalla donna.
Il sindaco Aporti: “Il collo troppo grosso, le mani… Non poteva essere lei”
Il primo cittadino, Francesco Aporti, presente durante il secondo accesso dell’uomo travestito all’anagrafe, ricorda quella scena con lucidità:
«Camminava lentamente, come una persona fragile. Ma quel collo era troppo grosso, e le mani non erano quelle di un’85enne. Anche la voce, per quanto modificata, a tratti tradiva un timbro maschile».

