La domanda chiave degli inquirenti: premeditazione?
C’è un interrogativo che ora guida la Procura di Trieste: Giovanni Trame era stato sedato o stordito prima di essere ucciso?
Il Pm Alessandro Perogio ha ordinato l’esame tossicologico sul corpo del bambino di Muggia, assassinato il 12 novembre dalla madre, Olena Stasiuk, nella loro abitazione di piazza Marconi.
L’obiettivo è stabilire se al piccolo sia stata somministrata una sostanza in grado di alterarne la lucidità o ridurne la capacità di difesa, aggiungendo al già gravissimo quadro un’ulteriore aggravante: la premeditazione.
Il delitto: la chiamata del padre e l’arrivo dei soccorsi
La tragedia si è consumata la sera del 12 novembre.
Giovanni Trame, 8 anni, doveva essere riconsegnato al padre Paolo alle 21. Quando l’uomo non ha ricevuto notizie, ha allertato le forze dell’ordine. I carabinieri hanno raggiunto l’abitazione della donna e trovato il bimbo agonizzante: era stato colpito alla gola con un coltello da cucina.
Per Giovanni non c’è stato nulla da fare. La madre è stata subito fermata.
Olena Stasiuk piantonata in ospedale: chiesta la perizia psichiatrica
Al momento la 55enne si trova in ospedale, sotto vigilanza della Polizia penitenziaria. Il gip Francesco Antoni dovrà decidere se trasferirla in carcere o in una struttura sanitaria.
Nel frattempo la sua legale, l’avvocata Chiara Valente, ha chiesto una perizia psichiatrica per valutare la capacità della donna di partecipare coscientemente al procedimento penale.
Davanti al gip, Stasiuk si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Il ruolo dell’esame tossicologico: risposta attesa nelle prossime settimane
Il test ordinato dal Pm Perogio dovrà stabilire:
- presenza di sedativi o tranquillanti
- eventuali farmaci ad azione psicotropa
- sostanze in grado di alterare lo stato psicofisico del bambino
Solo dopo l’esito sarà possibile capire se l’omicidio sia stato preceduto da un tentativo di rendere il piccolo indifeso. Per ora si tratta di una pista investigativa, da confermare o smentire.

