Un Natale da indagato: “Hai sempre una tegola sulla testa”
Passare il Natale con la propria famiglia dovrebbe essere un rifugio. Per Andrea Sempio, invece, è diventato un esercizio di resistenza. Il 37enne, oggi nuovamente indagato dalla Procura di Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi, affronta il secondo Natale da sospettato, dopo quello già vissuto nel 2016. Lo racconta in una lunga intervista rilasciata a 10 Minuti, il programma di Retequattro condotto fino al 4 gennaio da Alessandro Sallusti.
“Cercheremo di farlo nel migliore modo possibile”, dice Sempio, “ma non si riesce a distogliere la testa dal fatto che hai sempre questa tegola dietro”. Una pressione che non riguarda solo lui, ma l’intero nucleo familiare: “La mia è una famiglia molto unita. Quest’anno, però, anche i miei parenti si sono trovati in mezzo. Per loro è stato molto più pesante”.
“Non ho ucciso Chiara Poggi”: la linea resta ferma
Il punto, per Sempio, non cambia. “Non ho ucciso io Chiara Poggi”, ribadisce senza esitazioni. La 26enne fu assassinata il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco, un caso che a distanza di oltre diciassette anni continua a produrre interrogativi, inchieste e fratture nell’opinione pubblica.
Sempio parla di uno stato d’animo sospeso: non si dice terrorizzato, ma nemmeno sereno. “Dire che ho paura è una parola forte, però non sono tranquillo”. La fiducia, almeno pubblicamente, resta nella magistratura: “Penso che a mano a mano si chiarirà tutto. Più che dire la verità non posso fare”.
Diario, intercettazioni e quella frase: “Ho fatto cose inimmaginabili”
Tra gli elementi più discussi c’è il famoso bigliettino in cui Sempio scrisse: “Ho fatto cose inimmaginabili”. Una frase diventata simbolo mediatico, che l’indagato ridimensiona: “Era il termine di una giornata di caos. Nei miei scritti mi do colpe, mi vergogno di qualcosa, mi pento. È come fare una seduta dallo psicologo con sé stessi”.
Anche l’audio intercettato, in cui parla di donne, viene difeso: “Se lo si ascolta bene, non dipinge un mostro. Ci sono parole forti, può essere, ma il senso è diverso”. Quanto alla sua vita privata, Sempio rivendica il diritto al silenzio: “Sono amato, ma non sono fidanzato. Non voglio coinvolgere altre persone”.
Il nodo Stasi e la domanda che inquieta
Il passaggio più potente arriva quando Sempio parla di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni. “Non penso direttamente a lui”, spiega, “ma l’idea che possa essere in galera da innocente stimola le riflessioni. Mi chiedo: e se succedesse a me?”.
Parole che si inseriscono nel nuovo terremoto giudiziario legato alle perizie genetiche. Il genetista Francesco De Stefano respinge con fermezza le accuse di incongruenze nella perizia del 2014, parlando di tentativi di screditamento e annunciando azioni legali per tutelare la propria onorabilità. “Non c’è nessun giallo, nessun mistero”, afferma. “Tutti gli appunti della perizia sul caso Garlasco svolta nel 2014 sono stati consegnati alla dottoressa Albani”, la genetista scelta dal gip Daniela Garlaschelli per l’incidente probatorio della nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi.
Il genetista nominato dalla Corte d’Assise d’Appello nel processo ‘bis’ sul delitto, che, nel respingere “fermamente” le accuse di queste ultime settimane, annuncia di avere dato mandato al suo legale, l’avvocato Patrizio Rovelli, di tutelarlo in ogni sede.
Un caso che non smette di dividere
Mentre la Procura di Pavia valuta le prossime mosse, il caso Garlasco resta una ferita aperta. Tra nuove indagini, vecchie sentenze e dubbi mai sopiti, la storia di Andrea Sempio si muove su un crinale pericoloso: quello tra presunzione d’innocenza e giudizio mediatico. E il Natale, anche quest’anno, arriva con più domande che risposte.

