Paolo Ruffini
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Una delle manifestazioni più attese a livello calcistico come Euro 2020 è terminata, con il grandissimo entusiasmo di tutto il popolo italiano per avere ottenuto una vittoria probabilmente insperata e impronosticabile alla vigilia.

Una competizione che, come tutti gli altri eventi di spessore, in tanti hanno seguito anche grazie alle informazioni, alle notizie e agli aggiornamenti proposti su portali come Minutidirecupero.it. La Nazionale di Roberto Mancini ha compiuto una vera e propria impresa, pensando come sulla sua strada ha travolto in sequenza Belgio, Spagna e Inghilterra, che era padrona di casa e poteva contare sul vantaggio di disputare la finale nel suo stadio, a Wembley, di fronte a 60 mila persone pronte a trascinarla.

Gli azzurri sono stati veramente meravigliosi, ma proviamo a dare uno sguardo generale sull’Europeo, nel tentativo di comprendere meglio chi abbia fatto faville e chi, al contrario, ha lasciato a desiderare, deludendo un po’ le aspettative dei tifosi, ma anche degli addetti ai lavori.

I premi ufficiali

La distribuzione dei premi è cosa praticamente nota a tutti, dal momento che il titolo europeo è finito nelle mani degli azzurri guidati in panchina da uno straordinario Roberto Mancini, mentre Donnarumma ha messo le sue manone anche sul titolo di miglior giocatore del torneo. Bonucci ha vinto il premio di miglior giocatore della finale, mentre Cristiano Ronaldo si è portato a casa il titolo di capocannoniere, grazie anche a una regola piuttosto curiosa, che include sia i gol che gli assist.

I promossi

Tra i promossi è impossibile non inserire l’Austria, dato che in compagnia della Spagna è stata la Nazionale che ha fatto soffrire di più gli azzurri lungo il percorso che ha portato al titolo europeo. Certo, probabilmente nel match contro l’Austria c’è anche lo zampino dell’Italia, che non è apparsi così concentrata come al solito, eppure quel gol di Arnautovic annullato dalla Var avrebbe potuto cambiare le sorti dell’Europeo.

Inevitabilmente promossa anche la Danimarca, che è arrivata in maniera decisamente sorprendente a un passo dall’atto conclusivo della manifestazione. In modo particolare, tanto merito va dato a Simon Kjaer, centrale difensivo del Milan, che si è reso protagonista anche del gesto più bello e importante di tutto l’Europeo, quando ha immediatamente compreso la gravità di quanto stava accadendo al suo compagno di squadra Eriksen e ha tranquillizzato subito tutti, compresa la disperata moglie del centrocampista dell’Inter, appena corsa in campo subito dopo l’attacco cardiaco.

Impossibile non promuovere anche la Spagna, che ha disputato un Europeo molto particolare, iniziato in sordina e facendo fatica a esprimere il solito gioco e a trovare la via della rete, ma che con il passare delle partite è venuta fuori alla grande. Pedri sarà un giocatore fenomenale nel prossimo decennio, così come Luis Enrique si è dimostrato per l’ennesima volta un grande uomo, anche dopo la sconfitta ai rigori in semifinale contro l’Italia.

I bocciati

Non si può non inserire in questa categoria il Belgio. Tutti dicono che si tratta di una delle Nazionali favorite e con il potenziale per arrivare fino in fondo, ma poi ogni volta manca sempre qualcosa. Il ranking Uefa continua a vedere il Belgio in prima posizione, ma probabilmente quella classifica non rispecchia in alcun modo i valori delle varie compagini. A parte Lukaku, De Bruyne e qualche sprazzo di Hazard, il Belgio è stato ben poca cosa in questo Europeo.

Tra le grandi delusioni di Euro 2020 c’è indubbiamente anche l’Olanda, che probabilmente paga la scelta della Federazione di chiamare Frank De Boer come capo allenatore. Grandissimo giocatore, ma probabilmente in panchina non è allo stesso livello, anche perché uscire agli ottavi di finale contro la Repubblica Ceca è una vera e propria disfatta per il calcio olandese.

Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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