Alessandro Bandarin Troi è caduto da un terrazzo mentre era in vacanza a CorfùAlessandro Bandarin Troi è caduto da un terrazzo mentre era in vacanza a Corfù

Il giovane è morto a Padova dopo giorni di speranze. Lutto al liceo Tito Livio

Alessandro Bandarin Troi, 17 anni, è morto dopo una settimana di agonia. Il giovane padovano era rimasto vittima di una caduta da un balcone mentre si trovava in vacanza con gli amici a Corfù, in Grecia. Dopo un iniziale ricovero sull’isola, era stato trasferito in condizioni disperate all’ospedale di Padova, dove nella notte tra martedì e mercoledì è avvenuto il decesso, in presenza dei genitori e della sorella.

Un dramma che ha colpito profondamente la comunità del Liceo Tito Livio, dove Alessandro studiava, e i suoi compagni di viaggio, rientrati in Italia subito dopo l’incidente.

Una caduta tragica in vacanza

L’incidente è avvenuto nella serata di venerdì 11 luglio, quando il gruppo di studenti stava per uscire dopo una giornata al mare. Alessandro si trovava su un balcone al secondo piano dell’appartamento di due ragazze belghe, amiche conosciute durante il soggiorno. Mentre parlava con loro e con gli amici che lo osservavano dal balcone inferiore, avrebbe perso l’equilibrio, precipitando all’indietro per circa sette metri.

I compagni sono subito accorsi in strada e hanno chiamato i soccorsi, trovandolo privo di conoscenza, riverso in una pozza di sangue. Trasportato all’ospedale centrale dell’isola, è stato poi rimpatriato in aereo e trasferito d’urgenza all’ospedale di Padova, ma il trauma cranico era troppo grave: l’attività cerebrale era già compromessa.

Veglie e preghiere, poi la notizia più temuta

Durante la degenza in terapia intensiva, gli amici e i docenti del liceo si erano riuniti più volte in chiesa per pregare. In particolare, una veglia toccante era stata organizzata nella chiesa di San Nicolò, dove il preside dell’istituto, Luca Piccolo, ha rivolto parole piene di dolore e spiritualità. «Abbiamo sperato, pregato, atteso – ha scritto sul sito della scuola – ma la vita di Alessandro era appesa a un filo. Ora è tempo di lacrime e abbracci».

Il presidente ha ricordato il ragazzo come «perfettamente adolescente», con tutte le luci e le ombre dei suoi 17 anni, ma sempre presente, solare e affettuoso.

Il ricordo di una comunità ferita

I genitori del ragazzo hanno scelto di riportarlo in Italia nel tentativo, purtroppo vano, di affidarlo alle cure specialistiche. La notizia del decesso ha devastato anche gli amici che erano con lui a Corfù, sostenutisi nei giorni successivi all’incidente nella speranza di un miracolo che non è arrivato.

Ora, mentre la scuola e la città si stringono intorno alla famiglia, si pensa al modo più giusto per ricordare Alessandro Bandarin Troi: non nel dolore sterile, ma nella gratitudine per la sua breve vita, nel sorriso che sapeva donare, nella responsabilità che il suo esempio impone a chi resta.

Di Renato Valdescala

Esperienza nello sport e nella cronaca locale con quotidiani salernitani dal 1990. Con il tempo si è dedicato alla cronaca estera analizzando i fatti di maggiore rilievo con spirito critico e irriverente. Si occupa anche di approfondimenti di cronaca nazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *