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“Il Giappone sta salvando vite umane grazie all‘Avigan“. Il video del farmacista romano Cristiano Aresu ha fatto il giro del web ed ha alimentato nuove discussione in rete. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha fatto intuire che nei prossimi giorni potrebbe essere sperimentato in alcuni ospedali della Regione. In seguito, nel corso di Live Non è la d’Urso, è stato precisato che si inizierà ad utlizzare il Tocilizumab, il farmaco sperimentato al Pascale di Napoli. Sull’Avigan si è così pronunciato l’Aifa (Agenzia italiana del Farmaco) attraverso una nota ufficiale.

‘Avigan non autorizzato in Europa e negli Usa’

“Favipiravir (nome commerciale Avigan) è un antivirale autorizzato in Giappone dal Marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci. Il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli USA”.

‘Non esistono studi clinici pubblicati sull’efficacia del farmaco’

Inoltre Aifa precisa: “Ad oggi, non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da COVID-19. Sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre-proof (cioè non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con COVID-19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia COVID-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aersol.

La possibile efficacia di favipiravir

Sebbene i dati disponibili sembrino suggerire una potenziale attività di favipiravir, in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue e su alcuni aspetti radiologici, mancano dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia”.

L’agenzia italiana del farmaco ha sottolineato che gli stessi autori riportano come limitazioni dello studio che la relazione tra titolo virale e prognosi clinica non è stata ben chiarita: “Non trattandosi di uno studio clinico controllato ci potrebbero essere inevitabili distorsioni di selezione nel reclutamento dei pazienti”.

Oggi la commissione tecnico scientifica dell’Aifa si esprimerà sul favipiravir

Nella seduta di oggi, lunedì 23 marzo, la Commissione tecnico scientifica dell’Aifa si esprimerà in modo più approfondito rispetto alle evidenze disponibili per il medicinale favipiravir.

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