Paura in Veneto: le condizioni del piccolo
Un nuovo caso di Sindrome emolitico-uremica (Seu) ha colpito un bimbo bellunese di appena un anno. Ricoverato a Padova, le sue condizioni sono critiche. Il sospetto dei medici ricade sul consumo di formaggio prodotto con latte crudo. Una vicenda che riaccende l’allarme in Italia su una malattia rara, spesso sottovalutata ma potenzialmente mortale.
La diagnosi e il trasferimento a Padova
Un bimbo di un anno di Belluno è ricoverato nel reparto di Nefrologia pediatrica dell’Azienda ospedaliera di Padova dopo essere stato colpito da Sindrome emolitico-uremica (Seu). Secondo quanto emerso, i primi sintomi sono comparsi pochi giorni dopo l’ingestione di formaggio al latte crudo di mucca.
Portato inizialmente all’ospedale di Belluno, i medici hanno rapidamente compreso la gravità della situazione e disposto il trasferimento a Padova. Qui il piccolo è stato sottoposto a terapia specifica contro l’insufficienza renale, una delle conseguenze più gravi della malattia.
Cos’è la Seu e perché preoccupa i pediatri?
La Seu è una rara sindrome che colpisce soprattutto i bambini sotto i cinque anni. È causata da ceppi di Escherichia coli produttori di tossine (Stx o Stec), che danneggiano reni e sistema circolatorio.
Secondo i dati dell’Istituto Mario Negri, fino al 40% dei bambini colpiti sviluppava insufficienza renale con necessità di dialisi. Oggi, grazie a farmaci innovativi come eculizumab, la percentuale si è ridotta al 10-15%.
Latte crudo e alimenti a rischio: quanto è pericoloso?
Il sospetto degli esperti si concentra sul consumo di formaggio non pastorizzato, ma i controlli del Dipartimento di prevenzione Ulss 1 Dolomiti sono ancora in corso. Finora le analisi su un campione del formaggio non hanno dato esito positivo, ma restano possibili altre fonti di contaminazione.
La storia italiana della Seu è legata spesso proprio al consumo di latte non bollito o derivati non pastorizzati: diversi i casi fatali negli ultimi dieci anni, in particolare in Puglia e a Torino.
Perché i bambini sono i più vulnerabili?
Negli adulti l’Escherichia coli ha un impatto clinico ridotto. Nei più piccoli, invece, anche una minima esposizione può scatenare enterite emorragica o insufficienza renale.
Il caso di Belluno riaccende l’allarme in un’estate già segnata da virus trasmessi da zanzare e altre malattie infettive. «Serve maggiore consapevolezza — avvertono i pediatri — perché la prevenzione resta l’arma più efficace».
Una lezione da ricordare
Il piccolo bellunese resta in condizioni critiche, ma sotto le cure di un’équipe esperta. Nel frattempo, le autorità sanitarie invitano le famiglie a prestare attenzione: bollire il latte crudo, cuocere bene carne e lavare accuratamente frutta e verdura possono fare la differenza.