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Carol Maltesi, il no all’ergastolo nelle motivazioni: ‘Fontana si sentì usato dalla giovane disinibita’

Faranno discutere le motivazioni della Corte di Assise del Tribunale di Busto Arsizio in relazione al processo per l’omicidio di Carol Maltesi. Non vi fu premeditazione e nemmeno le aggravanti dei motivi futili o abietti e della crudeltà. É per questo che Davide Fontana, bancario di 44 anni, è stato condannato a 30 anni e non all’ergastolo (come chiedeva il pm).

Fontana è stato condannato a 30 anni: ‘Si rese conto che Carol Maltesi lo stava scaricando dopo averlo usato’

Secondo i giudici, il movente non è la gelosia (la ragazza aveva anche altri rapporti che l’uomo accettava e insieme realizzavano video hard postati su OnlyFans) ma è da ricercarsi nel fatto che, come ha riportato il quotidiano La Prealpina’, l’ uomo “si rese conto che ormai, dopo averlo in qualche modo usato misura, Maltesi si stava allontanando da lui, scaricandolo” e andando a vivere altrove. 

Si è reso conto che la giovane e disinibita Carol Maltesi si era in qualche misura servita di lui per raggiungere i propri interessi personali e professionali e che lo aveva usato e ciò ha scatenato l’azione omicida. Perdere una persona dalla quale “dipendeva, poiché gli aveva permesso di vincere la sostanziale solitudine in cui si consumava in precedenza e di vivere finalmente in modo diverso e gratificante, si è rivelata insopportabile”

Carol Maltesi, 30 anni a Davide Fontana: esplode la rabbia della zia, aggravanti escluse

‘Perdere una persona dalla quale dipendeva si è rivelata insopportabile’

L’omicidio, inoltre, non fu premeditato dal momento che non vi è prova che fu organizzato né altri elementi fanno pensare il contrario I giudici della Corte d’assise hanno analizzato la fase successiva del “depezzamento” del corpo e hanno scritto che “non si può fare il grave errore di desumere la crudeltà nel realizzare l’omicidio dalla raccapricciante, orripilante condotta successiva e in particolare dall’agghiacciante gestione del cadavere e dello spaventoso scempio fattone

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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