La richiesta della Procura è il cuore della nuova udienza
Massimo Adriatici torna davanti al giudice e lo fa con un macigno che pesa sull’aula: la Procura chiede 11 anni e 4 mesi di reclusione. È questa la notizia principale del nuovo capitolo giudiziario che vede l’ex assessore alla Sicurezza di Voghera nuovamente sul banco degli imputati.
La nuova fase del processo, riaperta dopo il rinvio delle carte deciso dalla giudice Valentina Nevoso, si svolge ora davanti al giudice Luigi Riganti e si concentra sulla nuova contestazione: omicidio volontario, al posto del precedente eccesso colposo di legittima difesa.
Perché l’accusa è stata cambiata: la svolta decisa dalla giudice Nevoso
Il 6 novembre dello scorso anno, al termine del processo di primo grado, la giudice Nevoso aveva sorpreso tutti: anziché pronunciare una sentenza, aveva emesso un’ordinanza con cui restituiva gli atti alla Procura, chiedendo una riqualificazione completa dell’imputazione.
Secondo la magistrata, i fatti avvenuti in piazza Meardi il 20 luglio 2021 non potevano essere circoscritti a un eccesso colposo. Le dinamiche dell’episodio, l’uso dell’arma e la condotta complessiva dell’imputato richiedevano una contestazione più grave, spingendo la Procura ad avanzare la nuova accusa.
Cosa accadde quella sera: la ricostruzione fornita dalle fonti
Le fonti raccontano un episodio concitato. Nel tardo pomeriggio del 20 luglio 2021, in piazza Meardi a Voghera, durante un alterco con Youns El Boussettaoui, uomo di origine marocchina di 39 anni, Adriatici estrasse la pistola.
Un colpo partì e colpì El Boussettaoui, che morì poco dopo.
L’ex assessore ha sempre dichiarato di essere stato spinto, di aver perso l’equilibrio e di aver sparato accidentalmente mentre cadeva, ritenendo di agire in un contesto di legittima difesa.
Nei giorni successivi venne posto ai domiciliari, ma fu in seguito rimesso in libertà.

Rito abbreviato: la strategia difensiva e le pene possibili
Adriatici ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato, scelta che permetterà uno sconto di un terzo della pena.
Questo significa che, in caso di condanna per omicidio volontario, la forbice prevista si muoverebbe tra:
- 9 anni e 9 mesi
- 14 anni
La Procura, come detto, si è posizionata nel mezzo, chiedendo 11 anni e 4 mesi, ritenuti coerenti con la nuova imputazione e con la dinamica contestata.
Le prossime tappe del processo
Il giudice Riganti ha fissato la prossima udienza con rito abbreviato per il 16 dicembre alle ore 10. Sarà una seduta chiave: dopo il deposito delle richieste, spazio alle arringhe e agli ultimi interventi.
Dopo quella data, il giudice deciderà quando pronunciare la sentenza, che potrebbe arrivare già entro fine anno o nelle prime settimane del nuovo.

