Papa Leone XIV si affaccia dalla loggia dopo l'elezionePapa Leone XIV si affaccia dalla loggia dopo l'elezione

‘La pace sia con voi’

Il nome annunciato dal balcone centrale di San Pietro ha sorpreso molti, ma ha subito suscitato rispetto e calore: il nuovo Papa è Robert Francis Prevost, 267esimo Pontefice della Chiesa cattolica, il primo espresso degli Stati Uniti. Prende il nome di Leone XIV. Statunitense, religioso dell’Ordine di Sant’Agostino, missionario, canonista e profondo conoscitore della realtà latinoamericana, Prevost rappresenta un ponte tra continenti, spiritualità e riforma.

Le prime parole di Papa Leone XIV: ‘Sono un figlio di S. Agostino’

“La pace sia con voi. É il primo saluto del Cristo Risorto” – le prime parole del Papa. “É la pace del Cristo risorto. Una pace disarmante… Ancora conserviamo nelle nostre orecchie la voce debole ma sempre incoraggiante di Papa Francesco che benediva Roma. Dava la benedizione al mondo… Consentitimi di dar seguito a quella benedizione. Dio ci vuole bene e il male non prevarrà. Siamo discepoli di Cristo. L’umanità ha bisogno della sua luce. Aiutateci a costruire ponti con il dialogo. Grazie a Papa Francesco” – ha aggiunto ricordando che è un figlio di Sant’Agostino.

Nel solco di Papa Francesco e la preghiera nel giorno della Supplica di Pompei

“Alla chiesa di Roma un saluto speciale. Dobbiamo cercare insieme di essere una chiesa missionaria, sempre aperta a ricevere come questa piazza a braccia aperte chi ha bisogno della nostra presenza”. Poi ha proseguito il saluto spagnolo salutando la Diocesi del Perù dove è stato missionario. “Vogliamo essere una chiesa sinodale, che cerca sempre la pace e che vuole essere sempre vicino a quelli che soffrono. Oggi è il giorno della Supplica della Madonna di Pompei, nostra madre, Maria, ha voluto camminare sempre con noi” – ha affermato prima di introdurre l’Ave Maria. Papa Leone XIV ha concesso l’indulgenza plenaria dalla loggia centrale della basilica di San Pietro. 

Dall’Illinois al cuore del Perù: una vocazione missionaria

Nato il 14 settembre 1955 a Chicago, Robert Prevost è entrato giovanissimo nell’Ordine degli Agostiniani. Dopo gli studi negli Stati Uniti e in Europa, ha scelto di partire come missionario in Perù, dove ha vissuto per diversi anni nella diocesi di Chulucanas, dedicandosi all’evangelizzazione e alla formazione del clero locale.

Uomo di dialogo e ascolto, ha conquistato la stima delle comunità locali grazie alla sua disponibilità, alla vita semplice e all’impegno costante per la giustizia sociale.

Al servizio della Chiesa universale: dal Perù al Vaticano

Nel 2014 è stato nominato vescovo di Chiclayo, sempre in Perù, e nel 2023 prefetto del Dicastero per i Vescovi da Papa Francesco. In questa veste, Prevost ha avuto un ruolo chiave nella selezione dei nuovi vescovi in tutto il mondo, contribuendo a plasmare una Chiesa più pastorale e vicina al popolo.

Considerato un “riformatore silenzioso”, è noto per il suo stile sobrio, la sua spiritualità profonda e l’adesione convinta al magistero di Francesco, di cui ha condiviso l’idea di una Chiesa “in uscita”, attenta agli ultimi e pronta ad affrontare le sfide del mondo moderno.

La gioia degli americani in Piazza San Pietro per l'elezione di Papa XIV
La gioia degli americani in Piazza San Pietro per l’elezione di Papa XIV

Un Papa agostiniano, tra umiltà e rinnovamento

Papa Robert Francis Prevost è il primo Papa agostiniano dai tempi della Riforma. La sua elezione porta con sé l’eredità di una spiritualità centrata sull’interiorità, sulla comunità e sulla conversione del cuore.

In un momento storico delicato per la Chiesa cattolica, la sua figura potrebbe segnare un equilibrio tra continuità e rinnovamento: un Pontefice che conosce le periferie del mondo e i meccanismi della Curia romana, con una visione ampia e inclusiva.

Le prime parole del nuovo Papa

Nel suo primo affaccio al mondo, Papa Prevost ha scelto parole semplici, pronunciate in diverse lingue, e ha chiesto “di pregare insieme per la pace e per una Chiesa che cammini unita”. Un messaggio di speranza, unità e servizio che ha subito toccato il cuore dei fedeli.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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