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Alle 20:09, al termine di un lungo pomeriggio di fuoco, il premier Giuseppe Conte ha replicato dopo gli interventi dei senatori dei partiti di maggioranza e di opposizione ripartendo dalla questione degli sbarchi. “Questo governo si è reso responsabile di una politica di maggiore rigore. La gestione precedente era poco efficace e non più perseguibile ma non legata alla non accoglienza”. Il presidente del consiglio ha affermato di non aver avuto nessun ravvedimento. “Non c’è nessuna questione personale tra me e la Lega e con Matteo Salvini con il quale mi fermo volentieri a fare una chiacchierata ed a ragionare anche su cose sulle quali non siamo d’accordo. Il 3 giugno c’è stata una conferenza stampa nel corso della quale ho sottolineato il concetto di leale collaborazione”.
L’affondo di Conte dopo il ritiro della mozione di sfiducia, dimissioni confermate
Il premier ha sottolineato l’inopportunità di alcune esternazioni e di interventi social anche nel corso di delicate fasi di negoziazione. “Non vorrei essere stato frainteso. Ho parlato poco perché la leale collaborazione mi ha spinto a riservare al privato certe esternazioni”. Chiosa finale sulla mozione di sfiducia. “Mi è stato detto che è stata ritirata attraverso un’agenzia dopo che ha manifestato l’intenzione per due volte di andare alle urne. Prendo atto che al leader della Lega manca il coraggio di firmare la fine politica del governo, il coraggio ce l’ho io e ringrazio tutti e vado dal Presidente della Repubblica“. Matteo Salvini ha replicato affermando di non aver sentito idee ma solo insulti nel corso del discorso del Premier. “Se mal sopportava me e preferiva il Pd poteva anche dirmelo”.
