Crolla parte di Torre dei Conti a RomaCrolla parte di Torre dei Conti a Roma

Il crollo nel cuore di Roma: la Torre dei Conti si sbriciola tra polvere e sirene

Il centro di Roma si è fermato. Una nube di polvere, il boato, le urla. La Torre dei Conti, uno dei simboli della città eterna, ha ceduto mentre erano in corso i lavori di restauro finanziati con fondi PNRR. Lapilli, calcinacci, frammenti di storia hanno travolto la strada in largo Corrado Ricci, a pochi passi dai Fori Imperiali. Nove operai erano dentro il monumento quella mattina. Tre sono stati portati in salvo, uno è rimasto intrappolato tra le macerie. Si chiama Ottavio, e i vigili del fuoco lottano metro dopo metro per tirarlo fuori vivo. Il prefetto Lamberto Giannini ha parlato di “segnali di vita”, ma il tempo scorre come nemico.

I soccorsi disperati e il secondo crollo

Le squadre dei vigili del fuoco hanno invaso l’area, chiusa immediatamente al traffico pedonale e veicolare. I residenti hanno visto il fumo alzarsi sulla città, i turisti si sono bloccati tra il Colosseo e i Fori. Mentre le operazioni di soccorso erano in corso, un nuovo crollo. Un altro fragore, polvere ancora, e il perimetro è stato allargato d’urgenza. Fortunatamente nessun vigile del fuoco è rimasto ferito. Ma la torre, quella che per secoli ha sfidato terremoti e guerre, continua a sgretolarsi davanti agli occhi increduli di Roma.

Una cameriera di un ristorante vicino racconta con voce rotta: “Servivo ai tavoli, ho sentito un rumore sordo, poi i calcinacci. Ho alzato lo sguardo e ho visto il fumo, uno degli operai cadere. Li vedo tutti i giorni, vengono qui a prendere il caffè. Pensavo fosse un’altra giornata normale.” Ma normale non sarà più.

Il commento russo che incendia la diplomazia: “L’Italia crollerà tutta”

Mentre i vigili scavano per salvare una vita, da Mosca arriva un commento che scuote l’opinione pubblica italiana. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, attacca: “Finché il governo italiano continuerà a spendere inutilmente i soldi dei suoi contribuenti per l’Ucraina, l’Italia crollerà tutta, dall’economia alle torri”. Una frase che esplode come benzina sul fuoco. Nel momento del dolore, arriva la provocazione politica, l’irrisione di un Paese impegnato a salvare un uomo sotto le pietre di un monumento millenario.

Zakharova cita anche i numeri: “Il sostegno italiano all’Ucraina è di circa 2,5 miliardi di euro”. Parole che molti giudicano ciniche, fuori tempo, offensive. L’Italia ufficiale non commenta subito, ma sui social è indignazione. Il dolore si mischia alla geopolitica.

Il monumento ferito: storia, abbandono e promesse mancate

La Torre dei Conti non è solo pietra. Era stata costruita nel 1238, voluta dai Conti di Segni, famiglia di papi e cardinali, come bastione di potere sulla città medievale. Alta 50 metri originariamente, è stata decapitata nei secoli da terremoti, saccheggi, esplosioni. Ma era ancora lì, sopra il tessuto urbano, tra il Colosseo e via Cavour, come un guardiano del tempo.

Dal 2006 la torre era chiusa, abbandonata. Nessun ufficio, nessuna manutenzione. Solo degrado. Per questo il piano di restauro da 6,9 milioni di euro del PNRR era visto come una rinascita. Recupero strutturale, messa in sicurezza, futuro museo. Doveva essere completato entro giugno 2026. Invece, oggi resta una ferita aperta.

Le indagini: si cerca la causa del disastro

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per lesioni colpose. Il procuratore aggiunto Antonino Di Maio e il pm Mario Dovinola coordinano l’indagine. Sul posto anche i carabinieri, il Nucleo Ispettorato del Lavoro, la ASL. Si cerca di capire perché il cantiere sia diventato trappola. Errore umano, cedimento strutturale, negligenza? I mezzi sono stati sequestrati, gli operai ascoltati, le immagini raccolte.

I testimoni parlano di rumori strani nei giorni precedenti, di vibrazioni insolite. Ma nulla è certo. La torre verrà analizzata pietra per pietra. Ogni traccia dovrà rispondere a una domanda: si poteva evitare?

Di Renato Valdescala

Esperienza nello sport e nella cronaca locale con quotidiani salernitani dal 1990. Con il tempo si è dedicato alla cronaca estera analizzando i fatti di maggiore rilievo con spirito critico e irriverente. Si occupa anche di approfondimenti di cronaca nazionale.

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