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Donne musulmane fanno il bagno vestite a Trieste, protesta al lido: interviene il sindaco

Proteste al bagno Lanterna di Trieste nei confronti di un gruppo di donne musulmane che hanno fatto il bagno vestite.

Donne musulmane fanno il bagno vestite, monta la polemica al lido Pedocin

L’episodio, come riferito da Il Piccolo, si è verificato al lido conosciuto come “Pedocin”, stabilimento unico in Europa, che dal 1903 vede un muro dividere gli uomini dalle donne con bambini. Il gruppo di donne, che era entrato naturalmente nella sezione femminile, stava per entrare in acqua, quando da parte di alcuni bagnanti si è levata una voce di protesta: “Qui vestite il bagno non ve lo fate”. 

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Una vera e propria contestazione tra gli ombrelloni tanto che è dovuto intervenire anche la sicurezza dello stabilimento per tentare di riportare la calma. Le altre donne – “habitué” della tintarella da separate – sono rimaste un po’ disorientate, qualche bagnante ha preso le loro difese, ma chi protestava non ha mollato, spiegando che si trattava di un “problema di pulizia”.

Nel frattempo però altre bagnanti del “Padocin” sono intervenute in difesa del gruppo di donne musulmane, appellandosi al “diritto costituzionale di fare bagno come si vuole” e ricordando la libertà di religione. A quel punto il gruppo di donne musulmane, che voleva solo fare un bagno e mai immaginava un bagarre del genere, ha chiesto lumi ai proprietari dello stabilimento: “Cosa dice il regolamento?”. 

Un gruppo di bagnanti si è schierato a difesa delle islamiche, il sindaco di Trieste: ‘Chi arriva qui rispetti le nostre abitudini’

I pareri sono stati discordanti. Il regolamento dello stabilimento che ha eretto un muro tra uomini e donne non prevede invece la casistica di “donne che vogliono fare il bagno vestite”. Decisa la presa di posizione del sindaco di Trieste: “Chi arriva qui rispetti le nostre abitudini” dice. “Una triestina puo’ andare in bikini in Arabia? No, non può farlo” – ha affermato Roberto Dipiazza. “Quando si arriva in un Paese ci si dovrebbe adeguare non solo alle leggi, ma anche alle abitudini e alle tradizioni del luogo: è il minimo”.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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