Femminicidio Sara Campanella, presentato esposto contro Daniela Santoro
Non si chiude con la morte dell’omicida la vicenda giudiziaria legata al femminicidio di Sara Campanella, la studentessa universitaria uccisa lo scorso 31 marzo a Messina da Stefano Argentino, collega di facoltà e reo confesso, poi suicidatosi nel carcere di Gazzi. Gli avvocati della famiglia della giovane hanno depositato in Procura un esposto contro Daniela Santoro, madre di Argentino, ipotizzando a suo carico i reati di favoreggiamento e concorso morale nella commissione del reato.
Le accuse dei legali: chat e bigliettini come prove
Secondo i legali Concetta La Torre, Filippo Barbera e Riccardo Meandro, la madre di Argentino non solo sarebbe stata a conoscenza della pericolosa ossessione del figlio per Sara, ma in più occasioni lo avrebbe spinto a insistere.
Tra i documenti allegati alla denuncia ci sono chat WhatsApp e bigliettini scambiati tra madre e figlio. In uno dei messaggi, dopo aver appreso della morte di Sara, Stefano scrive: «L’avevo detto io, l’avevo colpita in quel punto lì». In un altro, non inviato, annotava: «Mamma, tu sai quanto io sia vendicativo».
Per i legali, Daniela Santoro avrebbe incoraggiato il figlio a proseguire nei suoi tentativi di corteggiamento: «Vai sul suo profilo», «Prova a telefonarle», «Dai tempo al tempo». Nessun richiamo alla realtà del rifiuto, sostengono gli avvocati, ma un incitamento implicito che alimentava l’ossessione.
Le contestazioni: «Aiutò il figlio a fuggire»
Oltre alle conversazioni, l’esposto ipotizza che la donna, dopo l’omicidio, abbia aiutato il figlio a fuggire e a nascondersi. Inoltre, avrebbe consigliato al giovane di non parlare in carcere e di non inviare messaggi perché intercettabili dagli investigatori.
«Chiediamo alla Procura di accertare se ci siano altre responsabilità, lo dobbiamo a Sara», ha dichiarato l’avvocata La Torre all’Adnkronos.
La difesa della madre: «Accanimento contro una donna che ha perso un figlio»
Diametralmente opposta la posizione di Giuseppe Cultrera, legale di Stefano Argentino. Secondo lui, quella contro Daniela Santoro è un’azione «inutile moralmente e giuridicamente» destinata a finire in archiviazione.
L’avvocato ricorda che per i prossimi congiunti il reato di favoreggiamento non è configurabile e che eventuali chat dove la madre invitava il figlio a «lasciare perdere» non vengono menzionate. «Siamo davanti a due mamme che hanno perso i loro figli. Capisco il dolore della famiglia Campanella, ma questa strada è sbagliata», ha concluso Cultrera.
Il dolore e la ricerca di giustizia
La Corte d’Assise di Messina, a fronte del suicidio di Argentino, ha pronunciato il non luogo a procedere per estinzione del reato. Ma la famiglia Campanella non si arrende: «Sara meritava protezione e rispetto. Vogliamo che venga chiarito se altri abbiano avuto responsabilità nell’alimentare la follia di Stefano».
Un dramma che lascia sul campo due famiglie spezzate, divise tra il dolore per la perdita e la ricerca di giustizia.