La vittima più grave dell'intossicazione ricoverata al GallieraLa vittima più grave dell'intossicazione ricoverata al Galliera

Quando è iniziato il malore e come si sono manifestati i sintomi?

Era una pausa pranzo qualunque, in pieno centro di Genova, quando un gruppo di dodici colleghi ha deciso di consumare un pasto a base di pesce, presumibilmente tonno fresco e verdure (spinaci), ordinato in un noto bar di via Cesarea. L’episodio si è verificato intorno alle 13:00 di mercoledì 10 dicembre. Tutto sembrava normale fino a circa un quarto d’ora dopo il rientro in ufficio: dapprima una donna ha iniziato a sentirsi male, poi – uno dopo l’altro – quasi tutti gli altri. L’unico rimasto illeso è stato chi, per puro caso, aveva scelto un piatto diverso.

I sintomi sono arrivati di colpo: vomito, prurito diffuso, macchie rosse sulla pelle. Un quadro che i sanitari intervenuti non hanno escluso possa ricondursi alla sindrome sgombroide, ovvero un’intossicazione causata da pesce conservato in modo scorretto, che sviluppa alte concentrazioni di istamina. L’immediatezza dell’insorgenza ha portato però a valutare anche l’ipotesi alternativa di una tossinfezione da stafilococco aureo, nota per generare sintomi violenti e repentini.

Il pesce era conservato male o si tratta di una tossina rapida?

Le cause esatte sono ancora in fase di accertamento, ma due elementi emergono con chiarezza: la reazione è stata fulminea e quasi simultanea. Una dinamica che orienta gli esperti più verso una tossina rapida che verso un virus gastrointestinale, che normalmente impiegherebbe ore per manifestarsi.

Il punto cruciale resta la conservazione del pesce, soprattutto nelle prime ore successive alla cattura: temperature sbagliate, interruzioni della catena del freddo, manipolazione impropria. Bastano pochi gradi fuori controllo perché si sviluppino livelli pericolosi di istamina, invisibili ma devastanti.

Chi è la persona trasportata in codice rosso e qual è il suo stato?

La prima ad accusare il malore – una donna di circa trent’anni – è risultata anche la più grave del gruppo. È stata trasportata in codice rosso all’ospedale Galliera, mentre gli altri colleghi sono stati ricoverati in codice giallo tra Galliera, San Martino e Villa Scassi.

Sul posto sono intervenute tre ambulanze e due automediche della Croce Bianca Genovese, della Nuova Volontari Soccorso San Fruttuoso e della Squadra Emergenze. Nessun caos in strada, ma una sequenza rapida e organizzata, segno che il quadro clinico descritto all’arrivo delle chiamate era tutt’altro che leggero.

Cosa succede ora e chi effettuerà i controlli?

L’indagine sanitaria prosegue. Nei laboratori verranno analizzati gli avanzi del pasto – quando reperibili – e tracciata la filiera di conservazione della materia prima. Restano sotto osservazione anche i tempi di preparazione e trasporto verso il luogo del pranzo.

Un punto fermo: la vicenda ha scosso un intero ufficio. Un momento abituale, quasi banale, si è trasformato in un caso di emergenza collettiva. Oggi la spensieratezza del “si mangia insieme e si torna alla scrivania” lascia posto alla domanda che tutti si stanno facendo:

quel pesce era davvero sicuro sin dal primo minuto?

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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