Una grave aggressione ai danni di una ginecologa è avvenuta nella serata di mercoledì 18 giugno presso l’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Il padre di una paziente, non autorizzato ad entrare oltre l’orario di visita, ha aggredito il personale sanitario e ha trattenuto contro la sua volontà la dottoressa, arrivando a sfondare una porta di accesso.
La dura condanna dell’Ordine dei Medici di Napoli
L’episodio è stato definito dall’Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri di Napoli come “un gesto di estrema gravità che colpisce profondamente la comunità medica e ogni operatore impegnato per la salute dei cittadini”. Il presidente dell’Ordine, Bruno Zuccarelli, ha dichiarato:
“Ci troviamo di fronte a un episodio intollerabile, un atto di violenza vile, perpetrato contro un medico che stava svolgendo il proprio lavoro con dedizione e professionalità”.
L’Ordine ha espresso piena solidarietà alla ginecologa aggredita e a tutto il personale sanitario coinvolto, ribadendo che chi assiste i pazienti deve poter operare in ambienti sicuri e rispettosi della dignità professionale.
Tolleranza zero contro la violenza negli ospedali
Zuccarelli ha sottolineato che i recenti provvedimenti legislativi offrono maggiori strumenti alle forze di polizia per proteggere il personale sanitario. È essenziale promuovere una linea di tolleranza zero verso chi si rende protagonista di aggressioni o intimidazioni nelle strutture sanitarie.
“Chiediamo a istituzioni regionali e nazionali, cittadini e pazienti di collaborare affinché gli ospedali restino luoghi dedicati alla cura, liberi dalla violenza. La sicurezza e la dignità di chi cura non sono negoziabili”.
Un fenomeno inaccettabile che mina la fiducia nel sistema sanitario
La violenza contro gli operatori sanitari è un fenomeno inaccettabile, che ferisce l’intera comunità e mina la fiducia dei cittadini nel sistema di cura. La gravità dell’episodio è amplificata dal fatto che si è arrivati addirittura al sequestro di persona.
“Che riscatto dobbiamo pagare? Il riscatto della nostra dignità”, conclude con amarezza Zuccarelli.