Greta Thunberg atterra ad Atene tra cori e proteste
Lunedì pomeriggio, Greta Thunberg è sbarcata ad Atene, tra le decine di attivisti deportati da Israele dopo il fermo della Flottiglia per Gaza.
All’aeroporto internazionale Eleftherios Venizelos, una folla di sostenitori ha accolto la 21enne svedese e gli altri attivisti intonando il coro “Free, free Palestine!”.
“È una vergogna che questa missione debba esistere! È una vergogna!”, ha dichiarato Thunberg ai giornalisti. Poi ha aggiunto:
“Potrei parlare a lungo dei maltrattamenti subiti, ma il punto non è questo. Il punto è che dobbiamo fermare la complicità del mondo nel genocidio contro i palestinesi.”
“Non possiamo distogliere lo sguardo da Gaza”
Thunberg ha ribadito la necessità di tenere alta l’attenzione internazionale su Gaza, condannando l’inazione dei governi occidentali.
“Questa azione ha sfidato il nostro modo di agire estremamente violento. Non possiamo distogliere lo sguardo da Gaza”, ha detto l’attivista, accolta da applausi e bandiere palestinesi.
La Flottiglia, composta da più imbarcazioni cariche di aiuti umanitari, era stata fermata mercoledì scorso dalla marina israeliana nelle acque internazionali, a poche miglia dalle coste di Gaza.
Greta Thunberg in Greece:
— Global Sumud Flotilla (@GlobalSumud) October 6, 2025
I could talk for a very, very long time about our mistreatment and abuses in our imprisonment. Trust me, but that is not the story.
Israel is escalating genocide and mass destruction with genocidal intent, attempting to erase an entire population in… pic.twitter.com/nhpDtCXmiK
Rima Hassan: “Siamo stati picchiati e detenuti nel deserto”
Tra i deportati anche l’eurodeputata Rima Hassan, franco-palestinese del gruppo France Insoumise, che ha raccontato di essere stata picchiata da due agenti israeliani dopo l’arresto.
“Sono stata colpita mentre mi spingevano sul furgone”, ha dichiarato Hassan all’aeroporto di Atene, indossando una tuta grigia identica a quella di Greta Thunberg – abbigliamento comune nelle carceri israeliane.
La parlamentare ha aggiunto:
“Alcuni di noi sono stati picchiati. Eravamo in 13 o 15 per cella, sdraiati su materassi a terra, nella prigione di massima sicurezza del Negev.”
Le sue parole trovano eco nelle testimonianze di altri membri della spedizione, che denunciano trattamenti degradanti e detenzione arbitraria.
La Procura di Roma apre un’inchiesta sui maltrattamenti
Il rientro dei deportati in Italia – negli scali di Milano, Roma e Bologna – non chiude la vicenda.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo preliminare dopo le denunce presentate dagli attivisti italiani, che parlano di maltrattamenti e sequestro di persona.
Gli inquirenti stanno valutando gli atti per verificare eventuali reati di competenza italiana, e non è escluso che nelle prossime settimane gli attivisti vengano ascoltati come persone informate sui fatti.
Cosa c’è dietro l’attacco alle imbarcazioni della Flottiglia?
Secondo un’inchiesta della CBS News, due funzionari dell’intelligence americana avrebbero confermato che fu il premier israeliano Benjamin Netanyahu ad approvare personalmente l’operazione militare contro la Flottiglia.
L’8 e il 9 settembre, droni lanciati da un sottomarino israeliano avrebbero sganciato ordigni incendiari sulle imbarcazioni ancorate al largo del porto tunisino di Sidi Bou Said, provocando un incendio.
“Se tutto ciò sarà confermato, si aggiungerà alla vergogna di chi ci accusava di autosabotaggio”, ha dichiarato Maria Elena Delia, portavoce del Movimento Globale per Gaza. “Speriamo che i magistrati italiani tengano conto di queste informazioni.”
“Siamo stati presi in ostaggio”: le denunce in Europa
Anche Benedetta Scuderi, eurodeputata dei Verdi, ha denunciato la condotta di Israele davanti all’Europarlamento di Strasburgo:
“Io e oltre 400 persone, tra cui membri di questo Parlamento, siamo stati presi in ostaggio in acque internazionali. Ci hanno perquisiti, privati del sonno e alcuni sono stati aggrediti fisicamente.”
La richiesta della Scuderi di aprire un dibattito ufficiale sulla Flottiglia è stata respinta.
Dichiarazioni simili arrivano da Ada Colau, ex sindaca di Barcellona:
“Ci hanno umiliati per ore, inginocchiati con la testa a terra, senza acqua. È stato un trattamento disumano.”
Un appello globale per la libertà di Gaza
Dopo la liberazione, Greta Thunberg ha rilanciato un messaggio che è già virale:
“Non possiamo rimanere neutrali di fronte a un genocidio. Il silenzio è complicità.”
Mentre l’Europa e gli Stati Uniti continuano a discutere di equilibri diplomatici, la voce della giovane attivista torna a ricordare il lato umano della tragedia di Gaza.
E il mondo, ancora una volta, si divide tra chi la accusa di estremismo e chi la considera una delle poche coscienze morali rimaste sulla scena internazionale.