È stata condannata a nove anni di reclusione per abuso di potere Kerri Pegg, 42 anni, ex dirigente penitenziaria britannica, protagonista di uno dei più discussi scandali giudiziari degli ultimi anni nel Regno Unito. La sentenza è arrivata dalla Preston Crown Court, al termine di un processo che ha suscitato un clamore mediatico notevole.
Dall’ascesa alla rovina: Kerri Pegg finisce in cella per abuso di potere
Secondo quanto emerso, Pegg avrebbe intrattenuto per anni una relazione sentimentale e sessuale con Anthony Saunderson, trafficante di droga e figura influente della criminalità organizzata di Liverpool. Saunderson era detenuto presso la prigione di Kirkham, nel Lancashire, dove Pegg ricopriva il ruolo di direttrice.
Fino a poco tempo fa, la donna era considerata una stella nascente all’interno del sistema penitenziario britannico: carriera fulminea, leadership decisa e riconoscimenti ufficiali. Ma dietro questa facciata si celava una vicenda oscura, fatta di favoritismi, violazioni del codice etico e rapporti impropri con un detenuto.
‘Sapeva bene quali fossero i limiti’
Il giudice Graham Knowles, nel pronunciare la condanna, ha definito il comportamento di Pegg “sconcertante e privo di scrupoli”.
“Sapeva bene quali fossero i limiti. È stata addestrata per riconoscerli. Ha avuto ogni sostegno possibile e li ha consapevolmente ignorati” – ha affermato con severità.
Durante il processo, sono stati presentati elementi che indicavano come la relazione tra Pegg e Saunderson non fosse né occasionale né ambigua: vi sarebbero scambi epistolari, favori indebiti e persino contatti fisici non autorizzati. La stampa britannica ha seguito ogni fase del caso con interesse morboso, facendo di Pegg un simbolo negativo del confine che non dovrebbe mai essere oltrepassato nel rapporto tra istituzione e detenuto.
Ora la donna si trova a scontare la sua pena proprio dietro le sbarre che un tempo amministrava.