È stato purtroppo tragico l’esito delle ricerche di Nadia Trevisan, la donna di 70 anni scomparsa da Cinto Caomaggiore il 14 maggio scorso. Il suo corpo è stato rinvenuto nel primo pomeriggio di venerdì 16 maggio nelle acque del fiume Reghena, nella zona della vecchia sega di Gruaro. A effettuare il ritrovamento sono stati i sommozzatori dei vigili del fuoco, impegnati ininterrottamente da tre giorni nelle operazioni di ricerca.
Il corpo rinvenuto nelle acque del fiume Reghena
Il primo segnale d’allarme era scattato martedì mattina, quando il marito di Nadia, non vedendola rientrare, aveva deciso di dare l’allarme. Poco dopo, la sua bicicletta era stata ritrovata abbandonata proprio nei pressi del corso d’acqua. Da lì si era attivato un vasto e articolato dispositivo di soccorso che ha coinvolto vigili del fuoco, carabinieri, volontari della Protezione Civile, unità cinofile, droni e l’elicottero Drago 150 del Reparto Volo dei Vigili del Fuoco di Venezia.
Le speranze di trovarla viva si sono infrante oggi con la scoperta del suo corpo in un’ansa del Reghena, confermando le peggiori ipotesi che avevano iniziato a circolare nelle ultime ore.
‘Nadia era una presenza gentile e silenziosa’
Il sindaco di Cinto Caomaggiore, Gianluca Falcomer, ha espresso pubblicamente il cordoglio dell’amministrazione comunale e dell’intera comunità:
«Le ricerche di Nadia Trevisan si sono purtroppo concluse con esito infausto. A nome dell’amministrazione e dei cittadini, esprimo la nostra profonda vicinanza alla famiglia in questo momento di grande dolore.»
Commosso anche il suo appello alla coesione e alla solidarietà:
«Nadia era una presenza gentile e silenziosa della nostra quotidianità. Il dispiegamento di forze, professionali e volontarie, messo in campo per cercarla, testimonia quanto ogni singola vita conti nella nostra Repubblica. Un ringraziamento sentito va ai vigili del fuoco, ai carabinieri, ai volontari della Protezione Civile e a tutti coloro che si sono mobilitati.»
Nel giorno del ritrovamento, l’intera comunità di Cinto Caomaggiore si è stretta simbolicamente attorno alla famiglia della donna, condividendo messaggi di affetto, ricordi e parole di conforto anche attraverso i social network, che nei giorni scorsi erano stati parte attiva nelle ricerche.
Nadia Trevisan aveva lasciato la sua abitazione nella frazione di Mure, a Sesto al Reghena, per una passeggiata come tante. Un gesto quotidiano che si è purtroppo trasformato in tragedia. Ora si attende l’esito degli accertamenti sul corpo per chiarire le cause precise della morte, ma si ipotizza che possa essere scivolata accidentalmente nel fiume.