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Lo sfogo dell’aiuto cuoco picchiato dal carabiniere a Modena, il ristoratore: ‘Grande lavoratore’

É partito da qui sei anni fa come lavapiatti, si è sempre comportato benissimo, è sempre stato puntuale e ha fatto carriera: adesso è diventato lo chef dei secondi“. Così Mario Campo, titolare del Ristorante Pasticceria Siciliano ‘Cirisiamo’ di Modena dove lavora il 23enne guineano Idrissa Diallo che mercoledì 13 marzo è stato arrestato e colpito con dei pugni da un carabiniere. Nelle ore successive è stato medicato al pronto soccorso.

Idrissa Diallo arrestato e preso a pugni da un carabiniere, il ristoratore: ‘É arrivato con il barcone ed ha fatto carriera’

“Sostituisco io perché é dovuto andare in ospedale. Lo faccio più che volentieri perché se lo merita. É arrivato col barcone, ha preso la protezione internazionale e attraverso l’assistente sociale è arrivato a lavorare qui. É un grande lavoratore, sempre educato e rispettoso” – aggiunge Campo. Il fermato è stato rilasciato in attesa dell’udienza del 18 aprile. É difeso dall’avvocato Barbara Bettelli.

Il giovane ha spiegato a La Stampa perché ha reagito al momento del fermo. “Perché non avevo fatto assolutamente niente e non volevo essere arrestato. Sono in Italia da sette anni e non ho mai avuto problemi con la legge. Niente droga, non tiro tardi, ho sempre lavorato” – ha raccontato Idrissa Diallo sottolineando che è stato fermato mentre era alla fermata dell’autobus.  

Il 23enne: ‘Ho reagito perché non avevo fatto assolutamente niente, solo in Libia mi hanno trattato così’

“I carabinieri si sono avvicinati per chiedermi i documenti. Io con me non li avevo, stavo andando a lavorare, sono un aiuto cuoco. Gli ho detto che abitavo lì vicino e avrei potuto chiamare un amico perché li portasse, ma loro hanno smesso di ascoltarmi e mi hanno trascinato verso la macchina”.

Sul danneggiamento all’auto ha ribattuto che è stato il carabiniere che lo strattonava a colpirla involontariamente. Il 23enne guineano è deciso a sporgere denuncia nei confronti del militare. “Solo in Libia mi hanno trattato così”.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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