L’indagine partita da un sospetto di materiale pedopornografico
Venerdì 10 ottobre 2025, l’ufficio dello sceriffo della contea di Pinellas ha ricevuto una segnalazione riguardante un uomo di 38 anni sospettato di possesso e scambio di materiale pedopornografico.
Le prime verifiche digitali hanno permesso agli investigatori di risalire ai contenuti, riconducendo i file a una donna di St. Petersburg, madre di una bambina di 11 anni.
Secondo quanto riferito dallo sceriffo Bob Gualtieri, la donna avrebbe inviato diversi video e fotografie esplicite all’uomo, conosciuto probabilmente online, utilizzando messaggi diretti e dispositivi mobili.
La scoperta dei video e l’arresto della madre
L’indagine forense sui dispositivi ha portato al rinvenimento di almeno 14 video girati tra marzo e aprile 2025.
Nei filmati dell’orrore, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la madre avrebbe indotto la figlia a comportamenti inappropriati e a pose provocatorie. In alcuni casi, sarebbe comparso anche il cane di famiglia, un dettaglio che ha ulteriormente sconvolto gli inquirenti.
Lo sceriffo Gualtieri ha definito la vicenda “uno degli atti più grotteschi e inquietanti mai registrati” nella contea.
La donna è stata arrestata e trattenuta nel carcere di Pinellas in attesa di giudizio.
Oltre 40 capi d’accusa: rischia la pena di morte
Contro la madre sono stati emessi 41 capi d’imputazione, tra cui:
- 4 per violenza sessuale capitale (punibili con la pena di morte),
- 3 per molestie aggravate su minore,
- 13 per trasmissione di materiale pedopornografico,
- 13 per partecipazione di un minore a esibizioni sessuali,
- 3 per atti indecorosi con animali domestici,
- e ulteriori accuse di abuso aggravato e uso illecito di dispositivi di comunicazione.
Lo sceriffo ha precisato che si tratta di reati capitali, per i quali è prevista la pena di morte nello Stato della Florida.
Il ruolo dell’uomo e il coinvolgimento delle autorità federali
L’uomo di 38 anni che avrebbe ricevuto i video è ora indagato per possesso di materiale pedopornografico e tentato adescamento di minore.
Le autorità federali stanno analizzando le comunicazioni per stabilire se vi sia stata una rete più ampia di diffusione dei contenuti e per verificare eventuali transazioni economiche tra i due soggetti.
“Spesso in questi casi qualcuno trae profitto lungo la catena dello scambio”, ha dichiarato Gualtieri, spiegando che sono in corso ulteriori mandati di perquisizione sui dispositivi sequestrati.
Il padre e la famiglia: “Non era a conoscenza di nulla”
Secondo le indagini, il padre della bambina viveva nella stessa abitazione ma non sarebbe stato al corrente dei fatti.
Le autorità lo hanno escluso da ogni coinvolgimento, sottolineando che la minore è ora sotto la tutela del padre e seguita dai servizi sociali del Dipartimento per l’Infanzia e la Famiglia (DCF).
Durante la prima udienza in tribunale, il giudice ha imposto alla madre il divieto assoluto di contatto con la figlia.
L’allarme dello sceriffo: “Abusi online in crescita esponenziale”
In conferenza stampa, lo sceriffo Bob Gualtieri ha lanciato un appello, denunciando la crescita costante dei casi di sfruttamento minorile digitale in Florida.
“La pornografia infantile nel nostro Paese è fuori controllo”, ha dichiarato, aggiungendo che solo nel 2025 la contea di Pinellas ha arrestato 84 persone con più di 900 capi d’accusa complessivi per reati analoghi.
“Non si tratta solo di abusi sessuali, ma di un tradimento del ruolo più sacro: quello di proteggere i propri figli”, ha concluso Gualtieri.
Cosa accadrà ora
Le indagini proseguono per determinare se il materiale sia stato condiviso con altre persone o piattaforme.
Gli investigatori stanno inoltre accertando l’eventuale esistenza di pagamenti o compensi economici legati alla produzione dei video.
Nel frattempo, la donna resta in custodia e rischia la condanna a morte se riconosciuta colpevole dei reati capitali contestati.