'Sembrava un'anziana', La donna ritrovata denutrita'Sembrava un'anziana', La donna ritrovata denutrita

Rinchiusa per 27 anni dai genitori: la storia che ha sconvolto la Polonia

Per 27 anni, Mirella, oggi 42enne, sarebbe stata tenuta segregata dai suoi genitori in una stanza dell’appartamento di famiglia a Świętochłowice, nel sud della Polonia. I vicini, ignari di tutto, erano convinti che la ragazza fosse scomparsa quando aveva solo 15 anni — proprio ciò che i genitori raccontavano da decenni.

L’incubo è emerso casualmente nella notte del 29 luglio 2025, quando alcuni vicini hanno sentito rumori sospetti provenire dall’abitazione e hanno deciso di chiamare la polizia. “Era molto tardi — racconta Luiza, residente nel palazzo —. Abbiamo sentito delle voci, e abbiamo pensato che qualcosa non andasse. Quando la polizia è arrivata, non potevamo credere ai nostri occhi.”


La scoperta shock: “Sembrava un’anziana, ferita e denutrita”

Gli agenti, entrati nell’appartamento, si sono trovati di fronte una scena scioccante: una donna emaciata, con ferite profonde alle gambe, quasi fino all’osso, priva di documenti e in condizioni igieniche disperate.

Secondo i testimoni, Mirella sembrava un’anziana. I medici del pronto soccorso hanno confermato che non riceveva cure da decenni, non aveva mai visto un medico, un dentista o un parrucchiere, e non risultava registrata in alcun database pubblico.

“Era una bambina normale, correva, rideva con noi in giardino. Poi un giorno è sparita” ricorda Luiza. “I genitori dissero che era tornata dai suoi tutori biologici. Nessuno ha più chiesto nulla.”

“La donna ha ammesso di non uscire di casa da 27 anni” – ha raccontato Sabina Kuśmierska, Procuratore Distrettuale di Chorzów. “Ha affermato di essere rimasta a casa volontariamente. Nessuno l’ha tenuta prigioniera, l’ha costretta a rimanere nell’appartamento o le ha usato violenza fisica o psicologica. Nega qualsiasi violenza. Afferma che la porta era aperta e che non c’erano ostacoli che le impedissero di uscire dalla stanza, di andare sul balcone, sulle scale o fuori dall’edificio”.

I genitori non erano presenti durante l’interrogatorio. Mirella ha riferito di avere problemi di apprendimento e di salute. “Si vergognava delle sue gambe malandate. Più a lungo rimaneva a casa, maggiore era la vergogna e maggiore era la sua resistenza a uscire di casa”


Come è stato possibile? Il silenzio dei vicini e le bugie dei genitori

Negli anni ’90, quando Mirella era adolescente, i genitori avrebbero sostenuto che la figlia fosse stata “restituita” ai genitori naturali.
Col passare del tempo, la vicenda si è dissolta nella normalità di condominio: le finestre dell’appartamento restavano sempre chiuse, nessuno entrava o usciva, e nessuno sospettava che la ragazza vivesse murata viva dietro quelle pareti.

“Mia suocera abitava qui all’epoca,” racconta una vicina. “Ricordo che non si vedeva mai nessuno. Solo dopo la scoperta abbiamo capito che Mirella era sempre stata lì.”


Il salvataggio e la rinascita

Grazie alla chiamata dei vicini, Mirella è stata portata d’urgenza in ospedale, dove ha ricevuto le prime cure dopo quasi tre decenni di isolamento.
Tre donne del quartiere — Luiza, Laura e Aleksandra Salbert — si sono subito mobilitate per aiutarla, aprendo una raccolta fondi su Pomagam.pl.

“Quando l’ambulanza l’ha portata via, indossava solo una vestaglia,” racconta Laura. “In ospedale ci sorrideva ogni volta che andavamo a trovarla. Ricordava il gusto del gelato del McDonald’s e sognava di andare allo zoo.”

Mirella sta ora seguendo un percorso di riabilitazione fisica e psicologica, assistita da medici e volontari. Dopo anni di immobilità ha iniziato a camminare di nuovo, anche se le contratture e i dolori restano.


Le domande aperte: nessuno l’ha mai cercata?

Gli inquirenti stanno cercando di capire come sia possibile che per 27 anni nessuno abbia denunciato la scomparsa di Mirella.
All’epoca della sua presunta “sparizione”, nel 1997, non risultano ricerche né denunce formali.
“Negli anni ’90 bastava dire che qualcuno era andato via — racconta una residente — e la gente smetteva di farsi domande.”

Le autorità hanno confermato che Mirella non compariva in nessun registro di persone scomparse e che la sua prima carta d’identità le è stata rilasciata solo recentemente, dopo l’intervento dei servizi sociali.


Oggi: una nuova vita e un futuro tutto da costruire

Oggi, Mirella prova lentamente a ricostruire la propria vita. Vive in una struttura assistita, seguita da psicologi e volontari che la aiutano a riabituarsi alla libertà e alla socialità.
“È intelligente, sensibile, curiosa del mondo. Vuole imparare, lavorare, vivere una vita normale,” racconta Aleksandra, una delle sue sostenitrici.

La comunità di Świętochłowice si è stretta attorno a lei, tra shock, solidarietà e interrogativi ancora senza risposta: com’è stato possibile che una ragazza scomparisse nel cuore di un condominio, senza che nessuno la cercasse per 27 anni?

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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