Il mistero di Giovanni Marchionni
Sono ancora senza risposta gli interrogativi sulla morte di Giovanni Marchionni, il 21enne di Bacoli trovato privo di vita lo scorso 8 agosto a bordo di un’imbarcazione ormeggiata nella Marina di Portisco, a Olbia. Le perizie, durate oltre quattro ore, non hanno fatto emergere tracce evidenti di sostanze tossiche. La vicenda si colora di mistero, mentre la famiglia della vittima ha nominato un pool di esperti per fare chiarezza.
I rilievi dei periti: nessuna traccia di gas tossici
Durante l’ispezione, i consulenti hanno analizzato con attenzione le sei batterie di servizio poste al centro dell’imbarcazione, risultate tutte perfettamente funzionanti. Successivamente sono stati controllati anche i dispositivi del vano motore, senza che emergessero anomalie.
Alcuni testimoni avevano parlato di un forte odore di uova marce, ipotizzando la presenza di monossido di carbonio. Tuttavia, nessun rilievo ha confermato fughe o perdite. L’avvocato Giampaolo Murrighile, legale della proprietà, ha sottolineato: «Sembra un mistero. Anche noi chiediamo che si arrivi alla verità e si chiariscano le cause della morte».
Nuovi accertamenti con motori in funzione
Le indagini non si fermano. Mercoledì prossimo i periti torneranno a bordo per effettuare ulteriori rilievi con i motori accesi, nella speranza che emergano elementi utili a chiarire cosa sia accaduto a Giovanni.
In Campania la direzione generale dell’Inail ha avviato un’indagine per accertare l’eventuale sussistenza di un infortunio sul lavoro. Da subito infatti la famiglia, gli amici e il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione hanno sostenuto che Marchionni si trovasse in Sardegna sullo yacht per lavoro.
Circostanza che invece gli imprenditori campani hanno da sempre smentito, affermando che il giovane stava trascorrendo sull’imbarcazione alcune giornate di vacanza, ospite dei proprietari che hanno nominato due legali, Giampaolo Murrighile e Sebastiano Giaquinto.
La famiglia si affida agli esperti della Costa Concordia
La famiglia Marchionni ha incaricato un team di professionisti, tra cui l’ingegnere Antonio Scamardella, già coinvolto nell’inchiesta sul naufragio della Costa Concordia. Con lui ci saranno anche l’ingegnere Filippo Scamardella e il dottore Sebastiano Ackermann.
Dal lato della Procura di Tempio Pausania è stato nominato il consulente Giuseppe Salvatore Mangano, che guiderà le verifiche sulla sala macchine, sull’impianto di condizionamento, sulla vasca delle acque nere e sul vano batterie.
Una vicenda che resta avvolta nel mistero
Mentre i proprietari dell’imbarcazione – noti imprenditori nautici campani – attendono riscontri attraverso il loro avvocato Sebastiano Giaquinto, la comunità di Bacoli e Olbia rimane scossa. La domanda resta aperta: cosa ha causato la morte improvvisa di un giovane in buona salute?