L’orribile delitto dopo anni di tensioni familiari
Il papà aveva abbandonato Alessandro Venier fin dalla nascita
La tragedia di Gemona, in provincia di Udine, affonda le sue radici in una vicenda familiare complessa e segnata da profonde ferite. La vittima, Alessandro Venier, 35 anni, era stato abbandonato dal padre alla nascita, un cittadino di altra nazionalità. Cresciuto solo con la madre, Lorena Venier, 62 anni, e senza altre figure familiari significative, Alessandro ha vissuto una vita segnata dalla precarietà, tra lavoretti saltuari e difficoltà economiche.
Il delitto: confessione shock delle due donne
Il delitto è avvenuto alcuni giorni fa ma è stato scoperto solo la mattina del 30 luglio, quando Lorena Venier e la compagna del figlio, Marylin Castro Monsalvo, 30 anni, di origine colombiana, hanno contattato le forze dell’ordine e confessato subito l’omicidio. Gli investigatori, giunti nella casa di famiglia, hanno trovato il corpo dell’uomo sezionato in tre parti, nascosto in un bidone nell’autorimessa e cosparso di calce viva per mascherare l’odore.
Un clima teso: lite fatale dopo anni di frustrazione
Secondo una prima ricostruzione, il delitto sarebbe stato l’epilogo di anni di tensioni, culminati in una lite scoppiata durante la cena. Alessandro, disoccupato, era stato rimproverato per non aver cucinato. Le due donne, che con lui condividevano uno spazio angusto e ristrettezze economiche, si sentivano sopraffatte dalla situazione. A mantenere tutta la famiglia era solo lo stipendio da caposala di Lorena, mentre Marylin stava affrontando una delicata fase post partum con una neonata di sei mesi da accudire.
Farmaci, violenza e sezionamento: le ipotesi degli inquirenti
Le due donne avrebbero tentato di difendersi da un’aggressione di Alessandro Venier. Non è escluso che, per renderlo inoffensivo, gli abbiano somministrato dei farmaci antidepressivi presenti in casa. Non si sa ancora se la morte sia avvenuta per overdose accidentale o se ci sia stata premeditazione. Dopo la morte, il corpo sarebbe stato sezionato con un’ascia e nascosto. L’autopsia e gli esami tossicologici chiariranno dinamiche e responsabilità.
Una neonata senza famiglia, la piccola non voleva staccarsi dalla nonna
Nel frattempo, la bambina della coppia è stata affidata ai Servizi sociali. Il distacco è stato straziante: la piccola non voleva lasciare le braccia della nonna, che è stata poi soccorsa dai sanitari per un malore. Non esistono altri parenti prossimi in Italia. Le due donne si trovano ora nel carcere di Trieste in attesa di essere interrogate dalla Procura.