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Omicidio San Polo, Mugnai e Dodoli un tempo si frequentavano, il parroco: ‘Il tetto stava crollando’

Un tempo si frequentavano, poi il rapporto si è incrinato quando Gezim Dodoli, 58 anni, è tornato a vivere a San Polo di Arezzo.

Sandro Mugnai ha sparato e ucciso Gezim Dodoli mentre assaliva la sua abitazione con l’escavatore

Screzi per musica ad alto volume ed altri problemi che sarebbero sfociati nella tragedia di giovedì 5 gennaio quando il 53enne Sandro Mugnai ha estratto la carabina e fatto esplodere 5 colpi contro il vicino che stava distruggendo la sua abitazione. Per l’albanese non c’è stato nulla da fare.

Quando il mezzo è entrato in azione, Mugnai e i suoi familiari si erano appena seduti a tavola per cenare. Con il 53enne c’erano i figli Mattia e Michele, la moglie Maria Luisa e altri parenti. Erano le 20:30 quando hanno sentito il mezzo meccanico avvicinarsi. In pochi istanti si è materializzato il dramma. Gezim Dodoli ha danneggiato gravemente le 4 vetture che sostavano davanti all’abitazione prima di avventarsi sulla porta in vetro di ingresso della casa con una serie di colpi. Subito dopo si è concentrato sulla finestra al primo piano, dove la famiglia stava cenando, e sul tetto con il comignolo che si è pericolosamente inclinato.

Per il 53enne potrebbe configurarsi l’ipotesi di eccesso di legittima difesa

A questo punto il fabbro, cacciatore per passione (caposquadra di una squadra di caccia al cinghiale), ha estratto la carabina e sparato contro il 58enne che è stato raggiunto da quattro dei 5 colpi esplosi. Sul posto i carabinieri che hanno tratto in arresto Sandro Mugnai con l’accusa di omicidio volontario con il pm Laura Taddei che nelle prossime ore lo interrogherà. Per l’uomo si potrebbe configurare l’ipotesi di eccesso di legittima difesa. Dodoli lascia la compagna e due figli che si erano trasferiti a Seveso. Per un periodo aveva vissuto con loro in Lombardia prima di tornare a San Polo di Arezzo.

Don Natale Gabrielli: ‘Sandro voleva difendere la propria famiglia, il tetto stava crollando’

Don Natale Gabrielli, parroco della frazione aretina, conosceva benissimo entrambi. “Un tempo si frequentavano, poi al ritorno di Gezim da Seveso le cose sarebbero cambiate”. Incredulità e sconcertò a San Polo dove Mugnai è conosciuto e stimato anche per il suo altruismo. “Sandro forse voleva difendere la propria famiglia: il tetto stava crollando sotto i colpi della benna dell’escavatore, sarebbero morti tutti schiacciati” – ha spiegato il parroco in un’intervista rilasciata all’Ansa.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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