Pamela Genini con Gianluca SoncinPamela Genini con Gianluca Soncin

L’irruzione di Gianluca Soncin mentre la 29enne era al telefono con l’ex

Una voce spezzata, quella dell’ex fidanzato di Pamela Genini, che ha deciso di raccontare in diretta il dramma di quella notte a Dentro la notizia, la trasmissione di approfondimento di Canale 5 andata in onda il 15 ottobre. Un racconto che ha lasciato senza fiato lo studio e i telespettatori: «Non siamo riusciti a salvarla, nonostante l’intervento delle forze dell’ordine. Pamela è morta per difendere la sua famiglia».

Il giovane, ancora scosso, ha spiegato di essere stato al telefono con la 29enne nei minuti precedenti all’irruzione di Gianluca Soncin, il 52enne che l’ha uccisa con 24 coltellate nel suo appartamento di via Iglesias, a Milano. In trasmissione sono state mostrate anche alcune foto del volto della vittima segnato da precedenti violenze.

Il viso di Pamela dopo un'aggressione subita in passato
Il viso di Pamela dopo un’aggressione subita in passato

Cosa è successo durante quella telefonata?

Erano le 21:40 quando Pamela, visibilmente agitata, ha scritto all’ex fidanzato un messaggio che oggi suona come un presagio: «Teso, ho paura. Ha fatto doppione chiavi. Mi è entrato. Non allora che fare, chiama polizia».
Lui non ha esitato: ha contattato subito il 112 e ha mantenuto il telefono in linea con lei. Pochi istanti dopo, le urla. «Ho sentito gridare “aiuto, aiuto, aiuto” — ha raccontato con voce rotta — poi la chiamata si è interrotta. Non la sentivo più».

Quando la polizia è arrivata, era ormai troppo tardi. Gianluca Soncin, entrato con una copia delle chiavi realizzata di nascosto, si è accanito contro la giovane, nonostante l’arrivo degli agenti e le grida dei vicini.


Chi era Gianluca Soncin e perché Pamela aveva paura?

Secondo quanto riferito agli inquirenti e ribadito in trasmissione, Soncin minacciava spesso la giovane: “Se mi lasci ti ammazzo, e ammazzo tua madre”. Una frase che Pamela aveva confidato proprio all’ex compagno lo scorso aprile, quando aveva riallacciato i contatti con lui chiedendo aiuto per “liberarsi” da quell’uomo.

Il 52enne, che lavorava nel settore della compravendita di auto, era descritto come un uomo violento e ossessivo, incline all’uso di cocaina e oppiacei. Fin dall’inizio della relazione, nata nel marzo 2024, le aveva imposto di lasciare il lavoro, di non vedere più le amiche, e di limitare ogni contatto con l’esterno. Pamela riusciva a comunicare solo tramite numeri anonimi, per non farsi scoprire.

Nonostante le aggressioni, la 29enne non aveva mai sporto denuncia. Forse per paura, forse per quella speranza tipica delle vittime di relazioni tossiche, che credono di poter cambiare l’altro.


Perché non è riuscita a salvarsi?

Le parole dell’ex fidanzato sono un atto d’accusa contro l’indifferenza e la lentezza dei soccorsi: «Nonostante avessimo chiamato subito la polizia, non siamo riusciti a salvarla. Pamela stava per realizzare il sogno di rifarsi una vita. Era pronta a ricominciare, ma lui non gliel’ha permesso».

Il giovane ha concluso il suo intervento con un appello: «Bisogna denunciare. Lei è morta per proteggere la madre. Ora bisogna fare giustizia».


Cosa ha raccontato la socia e amica Elisa Bortolotti?

Nel corso della stessa puntata è intervenuta anche Elisa Bortolotti, socia e amica di Pamela, con la quale aveva fondato un brand di costumi da bagno dopo un soggiorno a Dubai. «L’ho vista solo un giorno prima, era serena e piena di progetti. Eravamo a pranzo insieme. Mi aveva detto che stava per diventare zia e non vedeva l’ora» – ha raccontato. «Erano stati di recente a Venezia, sono stati in vacanza perché era il compleanno di lei. Sembrava essersi stabilizzato il rapporto”, il problema forse è stato dar fiducia ad una persona che non le voleva bene».

Elisa ha ricordato anche le difficoltà di Pamela nel rapporto con Soncin: «Sapevo che avevano avuto diverbi, ma pensavo fosse tutto risolto. Lui era l’opposto di lei: chiuso, schivo, insicuro. Pamela era solare, espansiva, sempre circondata da amici. So che Pamela voleva lasciarlo perché non era più sicura di questo anche se ultimamente l’avevo sentita serena. Forse ha capito troppo tardi che quell’uomo non le voleva bene».

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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