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Seid Visin si è tolto la vita a 21 anni, la lettera sfogo ma i genitori precisano: ‘Non è razzismo’

Si è tolto la vita a 21 anni forse perché stanco delle continue prese in giro per il colore della pelle. Nelle utime ore i genitori hanno precisato, attraverso l’emittente Telenuova, che il razzismo non c’entra con la morte di Seid Visin che due anni fa (2019) aveva pubblicato una lettera denuncia in cui aveva raccontato il suo malessere dervante da alcuni gesti discriminatori.

Seid aveva origini etiopi ed era stato adottato da una famiglia di Nocera Inferiore

Il ventenne era nato in Etiopia ma in tenera età era stato adottato da una famiglia di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, ottenendo così la cittadinanza italiana e dimostrando di avere la stoffa per giocare a calcio. Ha vestito la maglia rossonera del Milan giocando con Donnarumma nelle giovanili prima di trasferirsi al Benevento. Durante l’esperienza in rossonero aveva conosciuto Mino Raiola.

Poi aveva preferito dedicarsi allo studio, conseguendo il diploma al Liceo Scientifico, ed era tornato nel rione Cicalesi di Nocera Inferiore. Giocava a calcio 5 con l’Atletico Vitalica. Seid si tuffava con entusiasmo in ogni nuova avventura che affrontava ma faceva sempre più fatica a vivere con lo sguardo addosso di chi ti etichetta e discrimina.

Il grande sogno al Milan con Donnarumma prima di dedicarsi allo studio

Un razzismo cinico e subdolo che nel 2019 l’aveva portato a scrivere una lettera sfogo in cui aveva manifestato il suo disagio per quegli sguardi di disprezzo, per quelle fastidiose battutine che diventano una tortura quotidiana che possono lasciare il segno e devastare anche chi ha un carattere forte e deciso.

“Ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani non trovassero lavoro”.

La lettera sfogo di due anni fa: ‘Come mi vergognassi di essere nero’, l’ultimo saluto nella chiesa di S. Giovanni Battista

Con coraggio Seid aveva condiviso pubblicamente quelle sensazioni negative, le difficoltà con le quali faticava a convivere. “Come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone, che non mi conoscevano, che ero come loro, che ero italiano, bianco”.

Durante i funerali, celebratisi oggi nella chiesa San Giovanni Battista di Nocera Inferiore e officiata da don Andrea Annunziata, il parrocco ha letto quella drammatica lettera diffusa dall’associazione ‘Mamme per la Pelle’. I genitori hanno però precisato che quello sfogo di due anni fa non ha nulla a che fare con l’estremo gesto di Seid.

Seid Visin
Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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