Simone NavariniSimone Navarini

Un vuoto incolmabile ha colpito ieri sera la comunità trentina e il mondo dell’alpinismo italiano. Simone Navarini, 29 anni, presidente della Sezione SAT di Ravina e docente all’istituto tecnico Buonarroti, è morto durante una scalata sulle Dolomiti di Brenta, nei pressi di malga Spora.

Il dramma si è consumato nella tarda serata del 20 giugno. Simone stava concludendo un’ascensione sul Sasso San Giovanni, una delle pareti più affascinanti ma anche impegnative dell’area. Mentre procedeva nella discesa in corda doppia, per cause ancora da accertare, ha perso l’equilibrio ed è precipitato per circa 60 metri, morendo sul colpo.

L’allarme lanciato dal compagno: inutili i soccorsi

L’allarme è scattato intorno alle 20. Il compagno di cordata, sotto choc, ha immediatamente contattato il Numero unico per le emergenze 112. L’elisoccorso si è alzato in volo con a bordo l’équipe medica e un tecnico del Soccorso Alpino. Purtroppo, una volta raggiunto il punto dell’incidente, i sanitari hanno potuto soltanto constatare il decesso di Navarini.

Due operatori del Soccorso Alpino di Molveno sono stati calati con il verricello per recuperare la salma. Le operazioni di recupero, condotte in condizioni non semplici, si sono concluse nella notte. Sulle cause della caduta sono in corso accertamenti da parte delle autorità competenti.

Cordoglio e commozione: “Un ragazzo straordinario”

La notizia della morte di Simone Navarini ha rapidamente fatto il giro della città e della comunità alpinistica. Commozione e cordoglio sono stati espressi da Cristian Ferrari, presidente della SAT – Società degli Alpinisti Tridentini, la più antica d’Italia con i suoi 150 anni di storia:

“La tragica scomparsa di Simone ci colpisce profondamente. Era un giovane presidente entusiasta, generoso, appassionato di montagna. La sua energia e il suo spirito positivo erano il motore della Sezione di Ravina. Ci stringiamo con affetto alla sua famiglia, agli amici e a tutti i soci che oggi piangono questa perdita”.

Simone Navarini era noto e benvoluto non solo nel mondo alpinistico, ma anche tra i giovani e i colleghi del mondo scolastico. Era un punto di riferimento per chi, come lui, amava la montagna in modo autentico e rispettoso.

Una morte che apre interrogativi

L’incidente, come spesso accade in ambiente alpino, potrebbe essere stato causato da una concatenazione di eventi: un errore umano, un imprevisto tecnico o una banale fatalità. Ma resta il dolore per una vita spezzata troppo presto.

La Procura di Trento potrebbe aprire un fascicolo per chiarire l’esatta dinamica. Nel frattempo, la SAT ha sospeso tutte le attività programmate in segno di lutto. La comunità di Ravina di Trento, dove Simone viveva, si prepara a dare l’ultimo saluto a un giovane che ha lasciato un’impronta profonda nella vita di tanti.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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