L’uscita dalla Procura: “Non faccio vendette contro nessuno”
Fabrizio Corona esce dai corridoi del Palazzo di Giustizia di Milano e parla a lungo con i cronisti. È indagato per revenge porn dopo la pubblicazione di chat e immagini sessualmente esplicite attribuite ad Alfonso Signorini, ma la sua versione ribalta completamente la prospettiva.
“Mi arrabbio con chi dice che faccio le cose per vendetta. Io non ho vendette contro nessuno”.
Secondo Corona, l’interrogatorio non sarebbe stato finalizzato alla sua posizione giudiziaria, bensì a un’indagine destinata ad aprirsi a breve su fatti ben più ampi.
“Non ero lì per me, ma per un’altra indagine”
Corona sostiene che i pubblici ministeri Letizia Mannella e Alessandro Gobbis gli avrebbero posto una sola domanda sul reato di revenge porn, per poi ascoltarlo per oltre un’ora su altro.
“Mi hanno fatto una domanda sulla vendetta porno e poi sono stato più di un’ora a parlare dei reati gravissimi che Signorini commette da dieci anni”.
Una dichiarazione che alza ulteriormente il livello dello scontro mediatico e giudiziario.
Queste sono le dichiarazioni che Fabrizio Corona ha rilasciato ai giornalisti presenti presso il tribunale di Milano dopo l'interrogatorio per l'inchiesta su Signorini#falsissimo pic.twitter.com/bkhIIT8MIm
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Il “sistema Signorini” e le accuse più pesanti
Al centro della nuova puntata di Falsissimo, Corona parla di un presunto “sistema Signorini”, costruito – a suo dire – su dinamiche opache tra aspiranti concorrenti e potere televisivo.
Secondo l’ex re dei paparazzi, il conduttore del Grande Fratello non avrebbe potuto, per il ruolo che ricopre, intrattenere contatti privati con giovani uomini proponendo opportunità televisive in cambio di favori sessuali.
“Questo è un reato gravissimo. I casting hanno regole. I ragazzi queste cose se le portano nella tomba”.
Corona cita esplicitamente il caso di Antonio Medugno, definendolo “caso zero” di una dinamica che coinvolgerebbe molte altre persone.
Le prove, le chat e le fotografie
Corona afferma di aver raccolto migliaia di chat e prove, incluse fotografie che definisce “clamorose”. Il materiale sarebbe stato recuperato dopo una serie di telefonate, scattate – racconta – dopo aver visto Signorini presentare il suo libro in televisione.
“Mi sono detto: ‘Ci vuole un bel coraggio’. E ho iniziato a scavare”.
Secondo Corona, la denuncia per revenge porn sarebbe stato l’errore che ha fatto “saltare il tappo”.
La querela Medugno e l’ultimatum
Un punto chiave è la querela che Antonio Medugno depositerà formalmente.
“Dentro c’è un reato granitico. Se dopo la querela non vanno a fargli la perquisizione, io mi lego davanti al Tribunale”.
Una frase che conferma l’intenzione di portare la battaglia fino alle estreme conseguenze mediatiche.
Il ruolo dei media e i numeri di Falsissimo
Corona rivendica anche il peso mediatico della sua piattaforma:
“La prima puntata ha fatto 4 milioni, la seconda 5 milioni di visualizzazioni. Le persone come me oggi hanno più potere dei giornali e delle tv”.
Ammette il guadagno economico, ma aggiunge: “Io i soldi li spendo”.
Codacons e Assourt: esposto alle autorità
Nel frattempo, Codacons e Assourt hanno annunciato un esposto alla Procura di Milano, all’Agcom e al Garante della Privacy. L’obiettivo è verificare eventuali profili penali, tra cui abuso di posizione dominante, lesione della libertà di autodeterminazione e violazioni nel sistema radiotelevisivo.
Un intervento che sposta la vicenda dal piano dello scontro personale a quello dell’interesse pubblico.
Un’inchiesta che potrebbe allargarsi
Corona conclude con una frase sibillina:
“E se Signorini iniziasse a raccontare tutto quello che sa…”.
Al netto delle accuse e delle difese, una cosa è certa: il caso non si chiude qui. Anzi, potrebbe essere solo all’inizio.

