Mabel BocchiMabel Bocchi

Mabel Bocchi, una carriera irripetibile: 8 Scudetti e la Coppa Campioni

Il mondo dello sport piange la scomparsa di Mabel Bocchi, icona assoluta del basket femminile italiano. Aveva 72 anni e per tutti è stata la più grande cestista italiana di sempre, come ribadito dalla Federazione e dalla Lega Basket.

Con la GEAS di Sesto San Giovanni, negli anni Settanta, ha scritto pagine storiche non solo del basket ma dello sport italiano: 8 scudetti in 9 stagioni, una Coppa Italia e soprattutto la Coppa Campioni, primo titolo europeo femminile conquistato da una squadra italiana in qualsiasi disciplina.

Figlia di padre italiano e madre argentina – da cui ereditò il nome – Bocchi ha dominato la scena del basket per un decennio, risultando una macchina da punti, carisma e determinazione. Nei Mondiali di Cali del 1975 fu la giocatrice con più punti dell’intera competizione, portando l’Italia a un insperato quarto posto.

La nazionale e i successi internazionali

Con la maglia azzurra partecipò a tre Europei, tra cui quello del 1974 chiuso con uno storico terzo posto. L’Italia del basket femminile era al suo apice e Mabel Bocchi ne fu simbolo tecnico, emotivo e mediatico.

Chiuse la carriera nel 1982, a soli 29 anni: pochi, troppo pochi per chi dominava ancora, ma sufficienti per essere consegnata al mito.

Dal campo alla TV: la giornalista che raccontava lo sport

Mabel non si ritirò mai davvero. Dopo il parquet scelse la TV. Diventò giornalista professionista, volto della Domenica Sportiva dove conduceva lo spazio basket e sport extra-calcio, portando in Rai uno stile competente, elegante e mai urlato.

Proseguì con rubriche dedicate al benessere, alimentazione e fitness sulle principali testate: Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, magazine specializzati.

Anche attrice, accanto ai giganti del cinema

La sua popolarità fu tale che venne scelta anche per il cinema: recitò in “Lui è peggio di me” con Celentano e Pozzetto, icone assolute della commedia italiana.

Un modo diverso di raccontare la sua forza: una donna che aprì porte, ridefinì ruoli e visibilità dello sport femminile in un’epoca in cui non esistevano diritti, premi né sponsor.

Il cordoglio della Lega Basket

La Lega Basket Serie A ha espresso il cordoglio unanime:

«Una stella irripetibile del nostro basket, protagonista in campo e esempio fuori, simbolo di un’epoca che non tornerà più».

L’eredità che resta

Mabel Bocchi non ha solo vinto: ha cambiato per sempre la percezione del basket femminile, ha aperto la strada a generazioni di atlete e ha dato dignità mediatica a uno sport che fino ad allora non aveva voce.

Una fuoriclasse totale, forse l’unica che, senza mai alzare la voce, ha segnato un prima e un dopo.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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