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Influencer, l’idea del sindacato non convince Ilaria Borgonovo: ‘Bisognerebbe tutelare le aziende dai finti influencer’

Nei giorni scorsi Mafalda De Simone ha lanciato la proposta di istituire un sindacato che tuteli il lavoro degli influencer. Un’idea che ha illustrato in diretta su Mattino 5 ma che ha diviso il web. Per la shop influencer Ilaria Borgonovo, 24enne di Milano, le problematiche sono altre con il settore che rischia di perdere credibilità.

Lo scetticismo della shop influencer milanese dopo l’iniziativa di Mafalda De Simone

“Negli ultimi giorni ha preso via via sempre più piede l’idea di istituire un sindacato per influencer atto a tutelare i diritti di questa categoria. corretto fare tutto ciò in un momento storico come questo? Potrebbe esserlo ma non è mia competenza valutare questa iniziativa” – ha precisato la laureanda in giurisprudenza. “Allo stesso tempo però è fondamentale che tutti, soprattutto le aziende piccole e medie, si pongano delle domande: chi tutela queste aziende dai finti influencer? E soprattutto come si riesce a capire se un influencer sia vero o meno?”. Ilaria Borgonovo evidenzia le insidie del mondo social.

‘Chi tutela le aziende dai finti influencer? Ci sono diversi profili con tanti follower ed una percentuale bassa di seguito’

“Purtroppo Instagram è pieno di profili aventi centinaia di migliaia di follower ma i quali contenuti vengono visti da una percentuale davvero molto bassa del seguito di quel determinato profilo. Il rischio reale è che un’azienda faccia un investimento con profili che promettono visibilità e pubblicità stratosferiche quando in realtà non è così”. Comportamento che può generare diffidenza da parte delle aziende nei confronti del professionisti del web.

Le preoccupazioni di Ilaria Borgonovo: ‘C’è il rischio che le aziende non si affidino più al mondo social’

“A questo punto le conseguenze di questo atto sono due: la prima è che l’azienda ha perso l’investimento, la seconda è che un’azienda, dopo essere rimasta scottata dal “furbetto di turno”, non si affidi più al mondo dei social. Questo è un danno? Sì, è un danno in quanto la pubblicità tramite social è a costi veramente bassi (ovviamente non mi sto riferendo alle sponsorizzazioni fatte tramite i personaggi più noti del social in questione), dove magari è sufficiente inviare il prodotto in cambio della sponsorizzazione”.

Per la ventiquattrenne il rischio concreto è quello di un progressivo ridimensionamento del mondo dei micro e macro influencer. “Le manovre pubblicitarie (scambio merce) sono più facili da concludere con micro influencer che iniziano ad affacciarsi al mondo del marketing tramite Instagram. Si allontanano delle realtà come anche piccoli artigiani che potrebbero affidarsi ai social per farsi conoscere. Tutto questo avviene a causa di chi si definisce influencer mentre in realtà non lo è.

‘Le celebrities rischiano di monopolizzare il settore’

D’altro canto si penalizzano anche tutti quei profili che sono davvero degli influencer, che davvero hanno un seguito di persone reali e interessate ai loro contenuti in quanto l’azienda, diffidente, non si rivolgerà neanche a loro per promuovere il prodotto. A lungo andare, a questo punto, credo che scomparirà il mondo dei micro e macro influencer e rimarrà esclusivamente il mondo delle celebrities i cui prezzi sono forse maggiori di quelli della pubblicità canonica”.

Non sono mancate stoccate nei confronti di Mafalda De Simone, promotrice del sindacato degli influencer, con Ilaria Borgonovo che, attraverso una nota stampa, ha spiegato di aver condotto una meticolosa analisi del profilo dell’avellinese (seguita da 183.000 follower) con l’ausilio di Giovanni Castorina. “Il volore medio dell’Er (engagement rate) sarebbero dovuto essere dell’1,7%” – ha aggiunto la milanese.

Le stoccate della 24enne a Mafalda De Simone: ‘Non sta bene il compenso? Si rifiuta’

“Ho ascoltato le motivazioni della signora De Simone in merito alla tutela degli influencer. Sostiene che è necessario tutelarsi da quelle aziende che chiedono Stories, post e quant’altro ancora offrendo in cambio ricompense minime. Voglio ricordare che nel momento in cui si avvia una collaborazione, l’azienda diventa tua cliente. Non sta bene il compenso? Bene! O si contratta, o si rifiuta” – ha chiosato la shop influencer seguita da 140.000 follower.

Mafalda De Simone
Mafalda De Simone

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