Memorial conferma il decesso del 35enne palermitano
La guerra in Ucraina miete ancora vittime anche tra i volontari italiani. L’associazione internazionale Memorial, che riunisce combattenti stranieri al fianco delle forze di Kiev, ha confermato la morte di Antonio Omar Dridi, 35 anni, originario di Palermo, impegnato da mesi sul fronte. La notizia arriva dopo settimane di silenzio: Dridi risultava disperso dallo scorso 27 marzo.
“Il nostro amato fratello Antonio Omar Dridi è morto sul campo di battaglia”, si legge nel post pubblicato da Memorial su Facebook, accompagnato da una sua foto in tenuta da combattente. “Onore, gloria e gratitudine al nostro fratello”, conclude il messaggio. In battaglia è deceduto anche il 25enne cagliaritano Manuel Mameli.
Una vita in movimento, finita tra le macerie della guerra
Nato a Palermo il 15 febbraio 1991, Dridi aveva vissuto a lungo all’estero, tra Germania e Austria, dove lavorava come cuoco. A raccontare il suo percorso è la sorella Noah, in una toccante intervista rilasciata al Tg1: “Era uno spirito libero, non ha mai voluto restare fermo in un posto. Abbiamo avuto un’infanzia difficile, siamo cresciuti in mezzo a tante difficoltà”.
Il 14 marzo la famiglia aveva lanciato un appello sui social, non riuscendo più a mettersi in contatto con lui. Pochi giorni dopo, un commilitone ha informato Noah che il bunker dove si trovava Antonio era stato colpito da un bombardamento. Da quel momento, nessuna notizia certa — fino alla conferma ufficiale della morte.
Disperso anche Manuel Mameli, 25 anni, sardo
Inizialmente disperso anche il 25enne Manuel Mameli, 25 anni, cagliaritano, sarebbe stato ucciso in Ucraina: stando a quanto si apprende, essendo morto in un’area di combattimento sotto il controllo russo non è possibile al momento recuperare il suo corpo e per questo viene dichiarato ancora “disperso in azione”. Il ragazzo, nato nel capoluogo sardo il 14 marzo del 2000, combatteva contro i russi nella legione internazionale ed era regolarmente arruolato nelle forze armate ucraine.
Mameli, che risultava disperso dal 18 maggio, secondo alcune fonti sarebbe stato ucciso da un drone russo nell’est ucraino, nei pressi di Pokrovsk. Non è stato ancora dichiarato ufficialmente morto, in quanto il suo corpo non è stato recuperato. Tuttavia, le probabilità che sia sopravvissuto sono purtroppo molto basse.
Sono sei gli italiani uccisi combattendo come volontari in Ucraina. Il caso di Mameli potrebbe portare presto il numero a sei.
La guerra continua a colpire anche chi sceglie di combattere per ideali
Il dramma dei volontari stranieri evidenzia un aspetto meno visibile della guerra: la presenza di cittadini europei, spesso giovani, che decidono di unirsi alle forze armate ucraine per ideali o motivazioni personali. Uomini e donne che lasciano il proprio Paese per rischiare — e talvolta perdere — la vita in un conflitto che non è il loro, ma che sentono profondamente.
Nel caso di Antonio Omar Dridi, la famiglia chiede ora che venga ricordato e onorato. “Aiutateci a far sì che non venga dimenticato”, ha scritto l’associazione Memorial. Il suo sacrificio, come quello di tanti altri, è ora inciso nel fronte invisibile della memoria collettiva.