Andrea SempioAndrea Sempio

Un documento mai pubblicato chiarisce: ‘Chiara Poggi si fidava dell’assassino’

“La fotografia della scena del crimine (…) esclude Sempio come possibile autore dell’omicidio”. Così scriveva la Procura Generale di Milano in un appunto trasmesso nel gennaio 2017 ai magistrati di Pavia, nel pieno della prima inchiesta che vide coinvolto Andrea Sempio come presunto colpevole dell’omicidio di Chiara Poggi. La giovane fu uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di via Pascoli a Garlasco.

Nel documento, mai reso pubblico prima, emerge una convinzione netta: “Il modo in cui Chiara consente l’ingresso all’assassino indica un rapporto di forte confidenza”. Un’intimità che, secondo i magistrati, non trova riscontro nei rapporti tra la ragazza e Sempio.

Nessun rapporto con la vittima, la Procura: ‘Ipotesi investigativa inconsistente’

Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, frequentava la casa “in modo occasionale e in orari nei quali Chiara era solitamente al lavoro”, si legge ancora. Tra i due non esistevano legami affettivi, lavorativi o di amicizia. “Era estraneo al mondo di Chiara”, insiste la Procura Generale.

Il documento è parte di una serie di osservazioni redatte per rispondere all’istanza presentata dalla difesa di Alberto Stasi – fidanzato della vittima e condannato in via definitiva – che aveva incaricato un’agenzia investigativa privata di esplorare piste alternative.

‘Chiara aprì la porta a qualcuno di cui si fidava totalmente’”’

Secondo l’analisi della Corte d’Appello bis citata nella nota, Chiara fece entrare in casa “una persona che conosceva molto bene, probabilmente attesa e della quale si fidava ciecamente”. Le modalità dell’aggressione, caratterizzate da estrema brutalità, indicano un coinvolgimento emotivo intenso, compatibile solo con un legame quotidiano e profondo.

Una tale intimità, sottolinea la Procura, “non si può ravvisare nel rapporto tra Chiara e Sempio”. Nessuna prova, né materiale né testimoniale, sostiene l’idea che ci fosse una relazione nascosta o una vita segreta da parte della vittima. “Chiara non aveva una doppia vita”, chiarisce il documento.

Le intercettazioni: ‘La Procura ci ha già detto che è una mezza minchiata’

Una serie di intercettazioni ambientali, risalenti a febbraio 2017, rafforzano il quadro tracciato dagli inquirenti. In una conversazione registrata in auto, Andrea Sempio confida al padre che il pubblico ministero stesso avrebbe definito l’accusa nei suoi confronti come “una mezza minchiata”.

In un altro colloquio, Sempio esprime la convinzione che l’archiviazione sia imminente: “Possiamo attendere, da quanto ho capito sei mesi per archiviare”. La richiesta di archiviazione sarà formalmente accolta il 28 marzo 2017 dal gip di Pavia Fabio Lambertucci.

Nessuna traccia, nessun movente

Sempio non risulta mai essere stato presente sulla scena del crimine, né gli elementi a suo carico hanno mai assunto un reale rilievo investigativo. La differenza di età con Chiara – circa dieci anni – e la totale assenza di coinvolgimento nella sua vita affettiva rendono la sua posizione incompatibile con quanto accaduto.

La Procura conclude che le ipotesi alternative – tra cui quella di un ladro o di un conoscente occasionale – “sono prive di ogni collegamento con le risultanze processuali”.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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