Una traccia classica per un valore senza tempo
Dopo l’ultima comparsa nel 2009, Marco Tullio Cicerone è tornato in prima linea nella seconda prova scritta dell’Esame di Maturità 2025 per gli studenti del liceo classico. Il testo scelto dal Ministero – tratto dal capitolo 26 del Laelius de amicitia – è un dialogo ambientato nel II secolo a.C., ma ricco di riferimenti universali, che pongono interrogativi sulla natura vera dell’amicizia.
Nel brano proposto, Lelio – protagonista del dialogo – riflette sulla differenza tra l’amicizia autentica, fondata su affetto sincero e virtù morale, e quella utilitaristica, costruita per calcolo e convenienza. Un’occasione per i maturandi di confrontarsi con una tematica eterna, attualissima nell’era dei rapporti “liquidi” e delle relazioni sociali filtrate dai media digitali La soluzione di ChatGpt alla versione proposta agli studenti del liceo classico per l’esame di maturità 2025.
Traduzione del testo: l’essenza dell’amicizia secondo Cicerone
“L’amore, da cui prende nome l’amicizia, è il principio che unisce gli uomini nella benevolenza. I vantaggi materiali si ottengono anche da coloro che coltivano amicizie solo per convenienza, con finzione e per tornaconto. Ma nell’amicizia autentica nulla è finto, nulla è simulato: tutto è genuino e spontaneo. Per questo, credo che l’amicizia sia nata più dalla natura che dal bisogno, come una inclinazione dell’animo accompagnata da un sentimento d’amore, più che da un calcolo di utilità.
Lo dimostra persino l’amore che certi animali provano per i loro piccoli e che questi ricambiano: si nota con facilità. Nell’uomo tutto ciò è ancora più evidente: prima nell’affetto tra genitori e figli – che solo un crimine abominevole può spezzare – e poi, quando incontriamo qualcuno con cui condividiamo valori e carattere, come se in lui riconoscessimo una luce di rettitudine e virtù.
Nulla è infatti più amabile della virtù, nulla attrae di più all’amicizia, tanto che, proprio per amore della virtù e della bontà, amiamo in qualche modo anche chi non abbiamo mai incontrato.”
Quesiti: analisi e commento
1. Comprensione e interpretazione del testo
Cicerone si oppone alla concezione strumentale dell’amicizia, fondata sull’interesse. Secondo Lelio, la vera amicizia è un’attrazione naturale dell’anima verso la virtù, un legame che nasce da un affetto genuino e non da bisogni materiali. Il paragone con l’amore tra genitori e figli, e persino tra animali e cuccioli, rafforza l’idea che l’amicizia sia una componente originaria della natura umana.
2. Analisi linguistica e stilistica
Cicerone impiega uno stile sobrio e filosofico, con lessico ad alto valore etico: parole come benevolentia, virtus, probitas, amor ricorrono con forza semantica. La contrapposizione tra “nihil fictum, nihil simulatum” e la verità dell’amicizia esprime un contrasto chiaro con la finzione sociale. Il crescendo retorico culmina in “nihil est enim virtute amabilius”, una sententia efficace e incisiva.
3. Riflessione personale
La letteratura – antica e moderna – è ricca di esempi di amicizie sincere: da Achille e Patroclo nell’Iliade, a Don Chisciotte e Sancho Panza, fino a Frodo e Sam ne Il Signore degli Anelli. In ogni epoca, l’amicizia appare come un legame fondato sulla lealtà, sul riconoscimento dell’altro e sulla condivisione di valori. In un mondo iperconnesso, dove le relazioni sono spesso superficiali, riscoprire il valore dell’amicizia vera – come quella descritta da Cicerone – è più che mai necessario.