TrumpRischio escalation dopo la decisione di Trump di bombardare la basi nucleari iraniani

Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica promette ritorsioni contro Stati Uniti e Israele dopo il raid

Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) ha lanciato un severissimo avvertimento agli Stati Uniti in seguito al recente attacco aereo contro alcune strutture nucleari iraniane, definite da Teheran come “esclusivamente civili e pacifiche”. La dichiarazione, diffusa nella giornata di domenica e firmata dallo stesso IRGC, denuncia una “palese violazione del diritto internazionale” e promette una risposta “immediata, precisa e potente”.

Chi ha colpito, si prepari a pentirsene. Nessuno sarà al sicuro

Al centro della tensione, il raid avvenuto nelle prime ore del mattino, attribuito alle forze statunitensi. Un attacco che, secondo l’Iran, avrebbe infranto diversi principi internazionali, tra cui la Carta delle Nazioni Unite, il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), oltre alla sovranità nazionale iraniana.

“La Repubblica Islamica si riserva il pieno diritto di rispondere nel quadro della legittima autodifesa”, si legge nella nota. “Le forze iraniane hanno già individuato la base di partenza dei caccia nemici e li tengono sotto stretta sorveglianza.”

In un passaggio della dichiarazione che sottolinea la crescente tensione, l’IRGC afferma che la presenza militare americana nella regione “non è un punto di forza ma una vulnerabilità evidente. Le loro basi sono bersagli a portata di mano”.

Il ruolo di Israele e l’ombra della guerra asimmetrica

Non mancano i riferimenti ad Israele, definito ancora una volta “regime sionista”. I Pasdaran annunciano che continueranno le ritorsioni nell’ambito dell’“Operazione True Promise III”, confermando che sarebbero già stati compiuti oltre 20 attacchi mirati a strutture strategiche israeliane.

Secondo le autorità militari iraniane, l’obiettivo degli attacchi non è solo la rappresaglia, ma anche quello di scoraggiare ogni ulteriore tentativo di aggressione. “Gli aggressori non hanno l’iniziativa, né la capacità di evitare la nostra risposta. Sarà una lezione memorabile.”

Teheran insiste sulla natura pacifica del suo programma nucleare

Nonostante le accuse occidentali e i ripetuti sospetti di uso militare, l’Iran ribadisce il carattere esclusivamente scientifico e civile del proprio programma nucleare. L’IRGC sottolinea che “ogni tentativo di ostacolare il progresso tecnologico e scientifico dell’Iran rafforzerà soltanto la nostra determinazione”.

A guidare la linea dura è la leadership suprema del Paese: “Sotto la guida del Leader della Rivoluzione Islamica, l’Ayatollah Khamenei, e con il sostegno della nostra gente, difenderemo la dignità della nazione iraniana fino all’ultimo”.

Escalation alle porte?

Il messaggio dell’IRGC è inequivocabile: la risposta sarà proporzionata, ma anche imprevedibile. L’Iran, che rivendica il diritto all’autodifesa, lascia intendere di avere già identificato gli obiettivi per una potenziale rappresaglia.

Il contesto mediorientale resta, dunque, ad altissima tensione. Le diplomazie internazionali osservano con crescente preoccupazione un possibile allargamento del conflitto tra Iran, Israele e Stati Uniti, in un momento già segnato dalla guerra a Gaza e dalle frizioni nel Golfo Persico.

Una risposta militare dell’Iran – diretta o tramite alleati regionali – potrebbe far precipitare ulteriormente la situazione. La sfida tra Teheran e Washington non è mai stata così vicina al punto di non ritorno.

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