L'attacco di Israele all'Iran nella notteL'attacco di Israele all'Iran nella notte

L’operazione “Nation of Lions”: Israele lancia un massiccio attacco contro l’Iran

Nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2025 (intorno alle 2:18, ora italiana), l’Aeronautica militare israeliana ha dato il via a una vasta operazione militare denominata “Nation of Lions“, lanciando un’ondata di attacchi aerei su numerosi obiettivi strategici in Iran. I raid sono arrivati dopo settimane di crescente tensione e segnali di escalation nucleare da parte di Teheran.

Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dichiarato lo stato di emergenza speciale in tutto il Paese, mentre il premier Benjamin Netanyahu ha confermato che “l’operazione proseguirà per il tempo necessario”, sottolineando come l’Iran sia ormai a pochi giorni dal possedere materiale fissile per ben 15 testate nucleari.

Obiettivi mirati: colpito il cuore del programma nucleare iraniano

Secondo fonti delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e media israeliani come il Times of Israel e Channel 12, gli attacchi hanno preso di mira:

  • Centri di ricerca e produzione nucleare
  • Installazioni missilistiche
  • Sedi delle Guardie Rivoluzionarie (IRGC)
  • Edifici governativi e residenze di alti ufficiali militari

Le IDF hanno confermato di aver colpito “decine di obiettivi nucleari e militari” e di aver condotto l’operazione in coordinamento con gli Stati Uniti, pur precisando che Washington non ha partecipato direttamente ai raid.

Alti ufficiali e scienziati iraniani eliminati nei raid

Tra i principali bersagli eliminati secondo fonti israeliane e iraniane:

  • Hossein Salami, comandante delle Guardie Rivoluzionarie
  • Gholamali Rashid, comandante della base di Khatamolanbia
  • Mohammad-Mehdi Tehranchi, scienziato nucleare
  • Fereidoun Abbasi, ex capo dell’Organizzazione per l’Energia Atomica iraniana

Secondo un funzionario della Difesa israeliana citato da Axios, “è altamente probabile che tutti questi obiettivi di vertice siano stati neutralizzati”.

Vittime civili a Teheran

Nonostante la precisione dichiarata degli attacchi, media iraniani come IRNA riferiscono che i bombardamenti hanno colpito anche edifici residenziali a Teheran, provocando la morte di numerosi civili, inclusi donne e bambini. La TV di Stato iraniana parla apertamente di “strage deliberata”.

La reazione dell’Iran: “Risponderemo duramente”

La leadership iraniana ha promesso “una dura risposta” all’aggressione israeliana. Secondo fonti della sicurezza citate da Reuters, Teheran sta pianificando rappresaglie su vasta scala. Le autorità iraniane stanno mobilitando le forze armate e attivando l’intero apparato missilistico.

La posizione degli Stati Uniti e il ruolo di Trump

Fonti della Casa Bianca citate dalla CNN confermano che Washington era al corrente dei piani israeliani, ma “non coinvolta”. Nelle ore precedenti l’attacco, l’ex presidente Donald Trump aveva invitato Israele alla prudenza ma aveva ammesso la possibilità di un’escalation imminente. In un messaggio su Truth Social, aveva auspicato una soluzione diplomatica, che però è sfumata in poche ore.

Viaggiare in Medio Oriente: massima allerta per i turisti

A seguito dei raid e della possibile escalation, numerose ambasciate occidentali — tra cui quelle di Italia, Stati Uniti e Gran Bretagna — hanno diramato avvisi di massima allerta:

  • Sconsigliati i viaggi in Iran, Israele, Libano, Siria e Golfo Persico.
  • Chi si trova già in loco è invitato a seguire le direttive delle autorità locali e delle rappresentanze consolari.
  • Rafforzati i controlli negli aeroporti di Tel Aviv, Dubai, Abu Dhabi e Doha.
  • Per l’area turistica di Eilat e il Sinai, il rischio missilistico è ora classificato come “elevato”.

Un nuovo capitolo nella crisi israelo-iraniana

L’attacco del 13 giugno potrebbe rappresentare un punto di svolta drammatico nel lungo confronto tra Israele e Iran. La crisi del nucleare iraniano, unita al rischio di rappresaglie multiple in tutta la regione, potrebbe innescare una spirale di violenza su scala regionale. La comunità internazionale, per ora, resta alla finestra, con le diplomazie impegnate in tentativi di mediazione dell’ultima ora.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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