Sebastiano Visentin punta il dito contro Claudio Sterpin prima dell'incidente probatorioSebastiano Visintin punta il dito contro Claudio Sterpin prima dell'incidente probatorio

Sebastiano Visintin a Sterpin: ‘Rispetto per Liliana’

Un incontro carico di tensione e silenzi quello andato in scena davanti al Tribunale di Trieste. Nella mattinata del 23 giugno, poco prima dell’inizio dell’incidente probatorio sull’omicidio di Liliana Resinovich, si sono incrociati Sebastiano Visintin, marito della donna e unico indagato per la sua morte, e Claudio Sterpin, l’amico strettamente legato alla 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022 in un boschetto vicino all’ex ospedale psichiatrico.

L’incontro è avvenuto davanti a un bar, a pochi metri dal palazzo di Giustizia. Visintin si è avvicinato a Sterpin puntando l’indice contro di lui: «Rispetto per Liliana, questo chiedo io e basta». L’uomo, che in più occasioni ha dichiarato di essere stato legato sentimentalmente a Resinovich, non ha risposto, proseguendo verso l’ingresso del tribunale. “Avrei dovuto sputarlo in faccia, è come se l’avessi fatto” – ha detto poi ai giornalisti.

Una distanza simbolica e fisica ha separato i due anche dentro le aule del Gip, dove si è svolta l’udienza a porte chiuse. Claudio Sterpin, assistito dall’avvocato Giuseppe Squitieri, è stato convocato come teste in un momento chiave dell’indagine. A chiedere l’incidente probatorio è stata la pm Ilaria Iozzi, con l’ok della Gip Flavia Mangiante. Presenti in aula anche i legali di Visintin, Alice e Paolo Bevilacqua, che hanno scelto di non rilasciare dichiarazioni.

L’incidente probatorio, Sterpin: ‘Non ha mai cercato Lilly’

La testimonianza di Sterpin è stata netta e, per sua stessa ammissione, ripetitiva: «Dirò ciò che ho sempre detto. La verità è una sola, non dieci». Dure le sue parole contro Visintin: «Lui non ha mai cercato Liliana perché sapeva che non sarebbe tornata. Sa esattamente cosa è successo». E ancora: «Se c’è qualcuno che l’ha uccisa? Domanda da 100 miliardi. Posso avere dei sospetti, ma niente di più».

Sterpin ha anche criticato la narrazione della presunta armonia coniugale tra la Resinovich e Visintin: «Lui parlava di idillio, ma non era così». Ha poi fatto riferimento ad alcune vecchie foto contenute in un hard disk consegnato da Visintin a un amico dopo la scomparsa. Immagini scattate oltre vent’anni fa, in cui compaiono Liliana e Sterpin: «Perché saltano fuori solo ora?», si è chiesto con tono polemico.

‘Non è mai caduto in contraddizione’

L’interrogatorio di Sterpin è stato giudicato coerente e preciso. «Sta ricostruendo bene, non è mai caduto in contraddizione», ha dichiarato l’avvocato Squitieri durante una breve pausa.

A seguire l’udienza, anche la procuratrice capo Patrizia Castaldini. Un segnale che il caso, tornato sotto i riflettori dell’opinione pubblica, è considerato tra i più delicati dell’ultimo periodo.

Il mistero attorno alla morte di Liliana Resinovich rimane fitto. Ma oggi, tra silenzi e accuse velate, qualcosa si è incrinato nel muro delle versioni contrapposte. E potrebbe essere l’inizio di un nuovo snodo giudiziario.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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