Una tragedia familiare nel cuore del Torinese
Un nuovo dramma legato alla violenza domestica scuote la provincia di Torino. A Rivalta, nella tarda mattinata del 26 giugno 2025, i carabinieri hanno scoperto il corpo senza vita di Assunta Carbone, conosciuta come Susy, 54 anni, nella sua abitazione in via XXV Aprile. Secondo le prime ricostruzioni, a colpirla mortalmente sarebbe stato il marito, Alessandro Raneri, 55 anni, che poche ore dopo si è tolto la vita nelle acque del Lago Grande di Avigliana.
La ricostruzione dei fatti: omicidio e suicidio
Le indagini, coordinate dalla procura di Torino e affidate al PM Elisa Pazè, confermano l’ipotesi di un femminicidio seguito da suicidio. Alessandro Raneri si sarebbe allontanato dall’abitazione dopo un violento litigio con la moglie, sfociato in un’aggressione letale con un oggetto contundente. Il corpo della donna è stato trovato in un lago di sangue, colpita mortalmente al collo. Il marito è stato visto tuffarsi nel lago da alcuni testimoni: non è mai riemerso. I sommozzatori lo hanno recuperato poco dopo.
Il contesto personale: una famiglia già colpita dal dolore
Assunta Carbone lavorava come ambulante per una ditta alimentare di Orbassano. Era madre di un figlio adulto nato da una precedente relazione. Raneri, elettricista torinese disoccupato da tempo, aveva una figlia minorenne. Secondo testimonianze, era seguito per problemi di depressione e solo di recente aveva ripreso le cure. A trovare il corpo di Susy sono stati il fratello di Alessandro e un’amica di famiglia, preoccupati dopo aver appreso del suicidio dell’uomo.
La reazione della comunità: sgomento e dolore
Il sindaco di Rivalta, Sergio Muro, ha espresso profondo cordoglio:
“È una tragedia che colpisce tutta la nostra comunità. La violenza sulle donne non deve trovare spazio nella nostra società. Dobbiamo reagire, unirci come collettività”.
Anche la memoria di Pietro Carbone, fratello della vittima ed ex consigliere comunale noto per il suo impegno civico, scomparso nel 2024, rende questa tragedia ancora più dolorosa per la cittadinanza.