La ricostruzione del dramma in zona Corvetto
Un drammatico omicidio-suicidio ha sconvolto Milano nella mattinata di giovedì 10 luglio. In via Scheiwiller, zona Corvetto, una donna di 73 anni, Giovanna Brusoni, è stata trovata senza vita nel suo appartamento al secondo piano, colpita da diverse coltellate. Il presunto assassino sarebbe il figlio, Davide Pasqualini, 44 anni, che dopo il delitto si è tolto la vita lanciandosi dall’ottavo piano dello stesso stabile.
La scoperta è avvenuta intorno alle 8:30, quando i residenti del condominio hanno allertato i soccorsi dopo aver visto il corpo dell’uomo a terra. Contestualmente, gli agenti delle Volanti della Questura sono entrati nell’abitazione, trovando la donna priva di vita nella camera da letto. Accanto al corpo, un coltello da cucina ancora insanguinato, che sarebbe compatibile con le ferite riportate dalla vittima.
Quali sono le ipotesi degli investigatori
Le prime ricostruzioni degli inquirenti, coordinate dalla pm Alessia Menegazzo, indicano che si sia trattato di un omicidio-suicidio. Pasqualini, dopo aver colpito più volte la madre, sarebbe salito con una sedia all’ottavo piano, aprendo una finestra delle scale condominiali e gettandosi nel vuoto. Vicino alla finestra sono stati trovati una sedia e un paio di occhiali, dettaglio che rafforza l’ipotesi del gesto volontario.
Chi era Davide Pasqualini e quale rapporto aveva con la madre
Davide Pasqualini viveva con la madre Giovanna nello stesso appartamento in via Scheiwiller 5. La famiglia era da poco stata colpita da un grave lutto: il padre era morto un mese fa dopo una lunga malattia oncologica. Secondo le prime testimonianze raccolte dai vicini, Davide sarebbe stato profondamente provato dalla perdita e si era chiuso in sé stesso.
Le indagini ora cercano di far luce sul passato recente della famiglia: se ci fossero stati segnali di disagio psichico, richieste d’aiuto o eventuali precedenti episodi di tensione tra madre e figlio. Gli investigatori della Scientifica stanno anche passando al setaccio l’appartamento, alla ricerca di lettere, messaggi o tracce che possano aiutare a comprendere meglio il contesto in cui è maturata la tragedia.
L’arma del delitto e la dinamica dell’aggressione
Il coltello rinvenuto nella camera da letto è un comune utensile da cucina, compatibile con le ferite riportate dalla donna. Gli agenti della Scientifica, giunti rapidamente sul posto insieme ai vigili del fuoco e al medico legale, hanno delimitato l’area per eseguire i rilievi. Dai primi accertamenti sembrerebbe che l’omicidio sia avvenuto nella prima mattinata, pochi minuti prima del salto nel vuoto dell’uomo.
Cosa sappiamo della famiglia e delle condizioni psicologiche?
Le indagini si concentrano anche sulle condizioni mentali di Pasqualini. Non risultano al momento richieste di intervento da parte delle forze dell’ordine per liti familiari, ma non si esclude che l’uomo potesse soffrire di depressione o altri disturbi non formalmente diagnosticati. La recente morte del padre potrebbe aver inciso in modo determinante sull’equilibrio psichico del 44enne.
Le testimonianze dei vicini saranno fondamentali per ricostruire il clima in casa e se vi fossero stati segnali premonitori del gesto estremo. La pm Menegazzo ha disposto l’autopsia su entrambi i corpi per chiarire con certezza l’orario del decesso e la dinamica esatta.
Perché episodi come questo colpiscono sempre più spesso in ambito familiare?
La tragedia di via Scheiwiller accende nuovamente i riflettori sulle fragilità che possono nascondersi all’interno delle mura domestiche. Sempre più spesso, le forze dell’ordine si trovano a intervenire per episodi violenti maturati in contesti familiari, dove silenzi, dolori non espressi e difficoltà psicologiche possono sfociare in gesti estremi.
Gli esperti sottolineano la necessità di rafforzare le reti territoriali di supporto psicologico, specialmente dopo eventi traumatici come un lutto importante. La prevenzione, in questi casi, può fare la differenza.
Qual è ora la situazione in via Scheiwiller?
Gli abitanti dello stabile civico 5 di via Scheiwiller sono sotto shock, increduli davanti alla notizia. Molti conoscevano la signora Giovanna come una donna gentile e riservata. Suo figlio, invece, appariva spesso chiuso, ma mai aggressivo.
Nelle prossime ore verranno ascoltati i testimoni e saranno visionate eventuali immagini di videosorveglianza del condominio per avere un quadro più chiaro della vicenda.